Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio

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      LA GRANDE GUERRA D'ITALIAliberi ad unirsi con quelli ancora soggetti, per accomunare le opere necessarie alla potenza italiana, chiama i veneti ad accordare l'attività dei loro due massimi porti, quéllo di Venezia e quello di Trieste, affinchè il mare italiano sia aperto grembo ai commerci italiani, affinchè la mercatura vi sia in colmo a beneficio dell'Italia e non dello straniero. I veneti della costa occidentale e di quella orientale devono riunirsi per organare le loro forze economiche, le loro iniziative, tutte le risorse della loro intraprendenza, in modo da sfruttare a beneficio della nazione le grandi vie commerciali che passano attraverso l'Adriatico, e congiungono il bacino del Mediterraneo orientale. Non più forze, contrapposte, non più rivalità tra italiani e stranieri sull'Adriatico, non più veneti sfruttati dallo straniero a danno degli altri veneti, non più marinai veneti al servizio della concorrenza straniera, non più maestranze venete intente a costruire navi da guerra .contro l'Italia nei cantieri di Pola o in quelli che ancora venezianamente si chiamano di San Marco a Trieste, e di San Rocco a Muggia...
      « Vi sovvenga, veneziani, — esclamava il Tamaro, — che sull'Adriatico ed oltre l'Adriatico, quando Ve-zia era « terribile in mare e veneranda in Italia », voi, riprendendo la missione di Aquileia, creaste la potenza latina, e la portaste nel mare d'Oriente. Vi sovvenga, veneziani, del tempo in cui gli ambasciatori del Maggior Consiglio imponevano trattati di pace e di commercio ai sovrani dei turchi, ai sovrani d'Egitto, ai re di Cipro, agli imperatori di Costantinopoli, a quei di Tre-bisonda, al Signor di Mardachia e, più in su, presso al mare nostro, agli slavi ohe tentavano le vie dell'Adriatico. Vi sovvenga, e non invano, veneziani, dei tempi in cui l'Impero dei vostri antichi nasceva in seno alle vittorie, e sul mare Adriatico e sul mare d'Oriente si moltiplicavano le geste eroiche del vostro popolo, a cui erano duci Pietro Orseolo, Enrico Dandolo, Sebastiano Venier, Francesco Morosini, anime di giganti e non d'uomini, e, soltanto poco più di cent' anni or sono, quell'Angelo Emo che stupendamente onorò con le ultime glorie la Repubblica. Vi sovvenga, e non invano,
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Storia della Grande Guerra d'Italia
Volume 9. Il mare nostro (Il dominio dell'Adriatico)
di Isidoro Reggio
Istituto Editoriale Italiano
pagine 159

   

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