Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio
LA GRANDE GUERRA D'ITALIA
(E, volgendo alla chiusa, il Tamaro esclamava con magnifico impeto oratorio :
« Parole meravigliose squillano sotto ai leoni di San Marco, protettori e rivendicatori nelle nostre cit-tadette dell' Istria e della Dalmazia. Rifatele vostre, veneziani, insegnatele alla Nazione, perchč le ripeta ai nemici!
« Dalla torre di Parenzo, di sotto il Leone di San Marco, č lanciata 'la continua minaccia : Facite iustitiam et dabo pacem firtibus oestris! Ripetete questa minaccia contro al secolare nemico, e ditegli che prima e suprema giustizia per voi č la libertą d'Italia!
« Sotto la loggia di Trał, in Dalmazia, con profetico, augurale ammonimento, che sembra sintesi di tutta la meravigliosa venezianitą della cittadetta sopraffatta e stroncata, risonano dal libro del Leone alato solennemente le parole : Iniusti punientur ei semen ģmpiorum peribit. Fate ohe queste parole dell'anima veneziana, intollerante di vivere senza vendicarsi dei nemici e delle sconfitte, giunga come un grido di guerra a quei croati e a quegli austriaci che hanno violentato l'italianitą della Dalmazia e soffocato la libertą dei veneti sull'Adrian tico !
« E voi raccogliete ancora un'eco della maestą veneta veniente dal Leone, che č a Veglia sul Quarnero, eco ruggente d'un'infinita affermazione di sovrana grandezza. Turbabuntur gentes finitimae potentia tua! Ripetetela alla nazione : « Ti temeranno le genti vicine per la potenza tua! » Ripetetela alto : alto, che ognuno vi senta... E all'Italia, aspettata dalla Vittoria, lanciate il grido esultante e fatidico degli imaginati eroi delle vostre origini : Arma la prora e salpa verso il mondo! »
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