Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio

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      IL MARE NOSTROprotetta dal tiro delle navi stazionanti nella sua rada sicura.
      Ed è appunto in base a questo valore navale di Vallona — così formidabile e così palmarmente evidente — che l'Italia non ha più potuto disinteressarsene, dal giorno in cui essa si è sentita la forza di vivere e di operare come una grande potenza.
      Vallona non può, per la nostra sicurezza nazionale, appartenere ad una potenza navale che non sia l'Italia : perchè avere ad ottanta miglia da Brindisi — base tutt'altro che sufficiente — il rifugio di una flotta non nostra, significherebbe rinserrare, alla mercè altrui, la vita di mezza penisola.
      Vallona è qualcosa di più di una terra fronteggian-te una riva nostra : è, della riva nostra, una parte integrante e indissolubile.
      Se un altro Stato si insediasse a Vallona — ha scritto un autorevole pubblicista politico francese, — moitié de l'échiquier polìtique serait perdu pour l'Italie.
      E per conservare libera voce e libero movimento in questo scacchiere, occorreva ed occorre che una squadra nostra vegli a difesa del magnifico golfo, protetto dalle furiose collere dell'Adriatico, che squassano invece le navi sulla aperta e insidiosa spiaggia di Du-razzo o di Santi Quaranta.
      Ma Vallona non è, o, almeno, non resterà solamente una base navale di eccezionale importanza. Bensì lo sviluppo ulteriore che in avvenire dovrà fatalmente a-ver l'Albania — perchè neanche essa potrà sottrarsi alla legge di vita e restare l'oasi solitaria del torpore e della miseria nel cuore d'Europa — farà di Vallona lo sbocco naturale di una regione che è già, fin d'ora, fra le più sfruttabili e le meno povere dell'Albania.
      Oggi — concludeva il Sulliotti — parlare in Albania di relazioni e di traffici, è un'irrisione : finché una rete di strade non metterà in comunicazione l'Adriatico coi gioghi montuosi e con le pianure albanesi, traffico non sarà possibile. Ma il giorno in cui le pelli del Mati, le uve della Musacchia, la ricca produzione vegetale della pianura di Ocrida e di Giannina potranno essere
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Storia della Grande Guerra d'Italia
Volume 9. Il mare nostro (Il dominio dell'Adriatico)
di Isidoro Reggio
Istituto Editoriale Italiano
pagine 159

   

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