Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio
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I PRIMI TENTATIVILa propaganda germanica — Il proclama al popolo italiano — La solita mentalità teutonica — IL primo inviato — sudekum a Ro-ma — Il verbale del colloquio — La protesta dei socialisti romani — Eugenio Chiesa e Bissolati — Le rettifiche dell'emissario tedesco — La replica della direzione del partito socialista — L'insuccesso.
Agli inizi, la Germania credette che a piegare l'opinione pubblica italiana nel senso favorevole agli interessi tedeschi, potesse bastare la propaganda scritta. E si vide piovere in Italia un'infinità di scritti, che con varia intonazione cercavano di dar consfgli, di mettere in guardia dai pericoli, ed alternavano lusinghe e minacce per ottenere il fine desiderato.
Uno dei primi e più notevoli documenti fu la pubblicazione organizzata dai circoli politici e militari germanici, destinata — scriveva il corrispondente berlinese della "Tribuna — ad «esporre al popolo italiano tutta la genesi del conflitto attuale, mostrandogli inoltre quali siano gli interessi e i vincoli che uniscono la Germania e l'Italia, e sovratutto quali siano le considerazioni di indole politica, militare, navale ed economica, a cui l'Italia deve inspirarsi nel regolare l'azione diplomatica ed eventualmente anche militare ».
Autori di quella pubblicazione erano, secondo il corrispondente, alcuni noti scrittori di cose politiche, militari, bancarie, ecc.; e l'opuscolo si apriva con un proclama al popolo italiano, redatto dal noto deputato liberale Friedrich Naumann.
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