Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio
LA CALATA DEI PROSSENETI
« Vi hanno partecipato Lazzari, segretario, Della Seta e Zerbini, membri della direzione residenti in Roma, il dottor Alberto Sudekum di Berlino, deputato per Norimberga.
« Il segretario Lazzari, prima d'iniziare la conversazione, comunica al compagno dott. Sudekum, che i membri della direzione ritengono opportuno che del colloquio si faccia un resoconto da pubblicarsi.
« Il deputato Sudekum dichiara di non aver nulla in contrario e di accettare che si faccia pure il regolare verbale.
« Egli quindi dichiara di essere venuto per incarico del comitato del partito tedesco : « per informarci sulla sua situazione e sapere se noi abbiamo preso qualche iniziativa per mantenere i rapporti internazionali cogli altri partiti, perchè in Germania sono rimasti esclusi da qualunque comunicazione; conoscere la nostra situazione in Italia e le nostre intenzioni per l'avvenire della pace.
«Dichiara che, avendo visto dall'/I vanti! come gli italiani si trovino sotto una impressione sfavorevole, tiene a spiegare che i socialisti tedeschi non potevano a-gire diversamente, e si sono affrettati a provarci, colla sua venuta, che essi sentono tuttora i doveri verso l'internazionale e il loro affetto per il movimento dei socialisti italiani che essi apprezzano altamente. Essi credono che il loro governo abbia dato la prova di aver voluto la pace. »
« Della Seta contesta che questo punto di vista dovesse essere accettato dai socialisti tedeschi, come non l'avrebbero accettato i socialisti italiani e come infatti non l'accettarono allo scoppio e durante la guerra libica.
« Sudekum osserva che essi dovevano difendere la loro patria dal pericolo dello zarismo russo; rilegge il discorso di Haase al Reichstag, nel quale è affermato che i socialisti tedeschi fecero tutto quanto era loro possibile contro gli armamenti e contro la minaccia di guerra, ma data la situazione essi dovevano difendere la patria contro il pericolo del dispotismo russo, e in ogni modo cercare di finire presto la guerra con una pace o-
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