Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio
LA CALATA DEI PROSSENETI„
zo per sormontare le difficoltà che sono nate, la mia missione è terminata, ed ora rimango a Roma, in attesa di ordini da Berlino. »
« Sono queste parole, e le conseguenze che esse implicano, che hanno deciso il gabinetto a trattenere tutti i suoi membri nella capitale, e hanno indotto il Re a rinunziare alla cerimonia di Quarto. All'ora attuale, tutte le risorse della diplomazia sono esaurite, e il « non possumus » austriaco è decisivo : l'ora segnata dal destino sta per suonare. »
Quando Bùlow sentì che la sua missione era condannata a fallire, si disse e si stampò a Roma ch'egli ne attribuì la colpa principale all'ambasciatore austriaco.
Secondo questa versione, il Principe di Biilow a-veva sempre ritenuto di avere nel barone Macchio un cooperatore zelante e 'fedele per la riuscita della sua missione, che si riassumeva nella possibilità dell'accordo italo-austriaco basato sulle concessioni territoriali dell'Austria all'Italia neutrale.
Se non che il Macchio — sia perchè ingelosito della parte di primo attore che il principe di Biilow si era assunto in queste trattative, che dovevano invece riguardare più specialmente l'ambasciatore di Francesco Giuseppe, sia perchè era venuto a Roma con la « coltura » formatasi attraverso i rapporti di von Merey, che in due anni di permanenza fra noi non aveva fatto che bisticciarsi col marchese di San Giuliano, inasprendo sempre più i rapporti austro-italiani, e preparando la fatai rottura del 1915, — mentre sembrava tutto compreso della necessità di agevolare il successo delle trattative iniziate dal Biilow, inviava al suo governo rapporti ottimisti sullo « spirito del governo e del popolo italiano », dava assicurazioni audaci sulla durata della nostra neutralità, sulla nostra impreparazione militare e spirituale alla guerra, e consigliava perciò a non esser largo in concessioni territoriali, perchè la minaccia di guerra da parte dell'Italia — minaccia prospettata con ben altro senso della realtà dal principe di Biilow — e-
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