Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio
LA GRANDE GUERRA D'ITALIAra nient'altro che un « bluff )> destinato ad agevolare il ricatto italiano.
Se questa versione è esatta, è facile immaginare quali ostacoli la politica del barone Macchio abbia creato all'azione del principe di Biilow, il quale dapprima non sapeva spiegarsi i motivi dei tenaci rifiuti opposti da Vienna alle sue ripetute e calorose insistenze.
Ma poi che il mistero — non si sa bene come — fu svelato agli occhi di Biilow, l'ex cancelliere non fu a-varo di recriminazioni con il suo collega austro-ungarico, la cui cecità aveva incoraggiato il Ballplatz alla resistenza, pregiudicando irrimediabilmente l'esito delle trattative pacifiche.
Il barone Macchio, allo stato dei fatti — vista finalmente la serietà della preparazione italiana e la irremo-vibilità del governo nelle sue richieste — finì per riconoscere il suo torto. E la pace Biilow-Macchio fu conclusa con l'intesa che ogni ulteriore rapporta ner Vi"" na sarebbe stato redatto in pieno accordo fra i due ambasciatori.
Ma il principe di Biilow non negava ad un assiduo della Villa delle Rose, che il tempo perduto non si riacquista, e che le sue speranze, data la tardiva resipiscenza austriaca, erano ridotte ai minimi termini...
Della verità di questa versione non si ebbe naturalmente alcuna prova; però bisogna convenire ch'essa appare tutt'altro che inverosimile.
Comunque, la missione di Biilow naufragò. Ma non prima ch'egli tentasse l'estrema riscossa, cercando di giuocare la partita finale non più col Ministero Salandra, bensì col nuovo Ministero G'olitti che avrebbe dovuto succedergli.
Era esattamente quella congiura neutralista, di cui era corsa la voce, e che era stata concordemente smentita da tutti...
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