Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio
LA GRANDE GUERRA D'ITALIApaesi, compivano attivissima propaganda negli ambienti vaticani e tentavano una forte pressione diretta e indiretta sul Pontefice, per spingerlo ad abbandonare Roma e rifugiarsi in Ispagna, nel caso che l'Italia entrasse in guerra.
La loro propaganda sarebbe riuscita a persuadere della necessità di tale decisione parecchi prelati e cattolici italiani neutralisti e germanofili, i quali mostravano di essere fortemente impressàonati dalle probabilità sempre maggiori di guerra.
I prelati austriaci e tedeschi, con grande copia di argomenti, facevano considerare al Pontefice come, nell'eventualità che l'Italia si trovi in istato di guerra, non solo le comunicazioni coi Governi e col clero degli Imperi centrali sarebbero state completamente tagliate dal Governo italiano, ma altresì la neutralità morale della Santa Sede, di fronte ai belligeranti, sarebbe stata sospettata e gravemente compromessa, portando conseguenze assai preoccupanti nell'opinione pubblica cattolica della Germania e dell'Austria-Ungheria; i cattolici di questi paesi non potrebbero — essi dicevano — naturalmente nutrire più quell'alta fiducia e quella devozione profonda di cui avevano dato prova sempre verso ogni atto ed ogni parola del Pontefice...
E oltre a questa minaccia velata, si insinuava abilmente dai propagandisti austriaci e tedeschi, che altri oscuri pericoli sovrastavano al Papato ed alla persona del Pontefice, la cui sicurezza non sarebbe stata affatto garantita in caso di vittoria e di conquista territoriale da parte dei tedeschi, non dovendosi escludere che essa potesse portare per contraccolpo anche gravi rivolgimenti di carattere interno.
« Si capisce perfettamente — argomentava il corrispondente vaticano del Corriere della Sera — a che cosa tendesse questa obliqua manovra degli austro-tedeschi : non solo a creare complicazioni fra il Vaticano e il Governo d'Italia, ma altresì fra il Pontefice e le Potenze alleate; poiché si comprende come il trasloco della Santa Sede verrebbe considerato un atto di grave diffidenza verso tutti i paesi alleati con l'Italia in una
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