Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio
LA CALATA DEI PROSSENETI„
to finale del nostro paese sarebbe determinato dal bilancio delle vittorie e delle sconfitte dei due grupp-' di Potenze in conflitto; che ogni parziale successo degli eserciti ohe dovevano essere i nostri eventuali avversari avrebbe rinviata sirie die ogni virile determinazione italiana; che ad ogni soffiar di vento contrario, la chiocciola peninsulare che unisce, come tutte le bestie della sua specie, il merito alla modestia, avrebbe ritirato prudentemente i tentacoli già messi fuori con ogni cautela.
« Ora, tutti coloro che hanno temprato il loro spirito nella meditazione dei fasti remoti e recenti del più antico ed illustre popolo del continente europeo, sanno che gli italiani hanno sempre lasciato ad altri il compito tedioso di far calcoli meticolosi e poco concludenti, circa il numero e la potenza dei nemici.
« A noi poco importa se la rozza diplomazia tedesca ha dimenticato che in un giorno non lontano il Re del piccolo Piemonte mosse guerra senza alcun e-straneo soccorso alla potente monarchia degli Absbur-go, che 1* esercito di « papà Radetzky » dovè concentrare un altro giorno i propri effettivi fuori di Milano, accampando, come un qualunque DankI od Auffen-berg dei nostri giorni, la necessità scaturente da una saggia applicazione dei supremi principi dell'alta strategia. Ma ad ogni italiano importa al massimo grado che gli uomini eminenti che hanno in mano le sorti della nazione, sappiano nel loro illuminato patriottismo render giustizia in ogni momento alla nazione stessa, riconfermando in faccia allo straniero che spia ogni nostro moto, le virtù native di una stirpe presso la quale, nelle ore delle grandi crisi storiche, i vocaboli « impressionabilità » e « nervosismo » non hanno mai avuto diritto di cittadinanza. »
Venendo poi a parlare dell' azione spiegata dal principe di Biilow, il Bonacci diceva :
«È ormai pacifico che la sirena di Villa Malta ha creduto negli ultimi giorni esser giunto il momento di interrompere il canto allettatore, e di coprire il volto con una maschera più consona alla natura teutonica.
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