Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio
LA CALATA DEI PROSSENETItremìs è fatta solo e appunto perchè è troppo tardi. »
E il Giornale d'Italia a sua volta scriveva :
« Era da aspettarselo. Il 4 maggio il Governo di Roma faceva dichiarare a Vienna che il trattato di alleanza fra Italia ed Austria era annullato e ormai senza effetto. Passano quindici giorni, e da allora fioccano le concessioni, poiché a Vienna si sa che l'onore d'Italia impone di non accettarle. Se l'Austria fosse in buona fede, avrebbe già accolto il nostro punto di vista. Non le è mancato il tempo : quattro mesi! Non le sono mancate le sollecitazioni : si veda l'opera di Roma e più quella di Berlino. Oggi, quindi, l'offa che pure sarebbe sempre lontana dal nostro programma minimo, non può illudere nessuno. Anche se ci venisse a proporre con un articolo XV l'occupazione dell'arciducato d'Austria, tutti in Italia saprebbero che è una inutile gherminella. Mostrarsi arrendevoli quando non è più tempo, non è che una ingenua manovra. La freccia del Parto è lanciata, ma non colpisce nessuno ».
Fu l'ultimo, inane e quasi grottesco tentativo degli ambasciatori degli Imperi centrali a Roma. Il loro insuccesso era ormai suggellato : essi ebbero i loro passaporti e lasciarono l'Italia, che sorgeva in armi...
Così finì la caratteristica missione di quegli uomini, ch'erano calati da noi con ufficio di prosseneti. Stoltamente avevano supposto di poter svolgere la loro missione con la stessa agevolezza che altri loro colleghi dovevano trovare nel suolo balcanico : ma in terra italiana dovettero avvedersi che altra era fra noi la tempra degli uomini, altro il sentimento del Sovrano e del suo popolo.
Fine del Volume Decimo
| |
Giornale Italia Governo Roma Vienna Italia Austria Vienna Italia Austria Roma Berlino Austria Italia Parto Imperi Roma Italia Sovrano Volume Decimo
|