Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio
La tesi politica della neutralità ingenerò l'atteggiamento psicologico del neutralismo. Mentre uomini veggenti intuirono fin dalla prima ora la ineluttabile necessità della nostra guerra e numerosi gruppi e partiti s'orientarono in questa direttiva acquistando sempre maggior consenso tra gli italiani, viceversa altri partiti, altri gruppi, altre individualità, rimasero tenacemente aggrappati al punto di vista del neutralismo.
Anche nell'ambito del medesimo partito si manifestarono le due tendenze. Quell'agitato periodo di vita nazionale, che corse tra lo scoppio del conflitto europeo e la dichiarazione della nostra guerra, vide liberali e radicali e socialisti e persino cattolici nettamente divisi dai loro compagni di fede politica sul dilemma : guerra o neutralità.
L'Italia potè contemplare allora, sul palcoscenico della politica, impreveduti connubi e clamorosi divorzi, assistette a prodigiose metamorfosi ed ascoltò palinodie stupefacenti; vide sfilare traverso i due campi antagonisti le meditate convinzioni e i compromessi momentanei; e dovette accorgersi che tutto il ritmo della vita nazionale era stranamente alterato.
In queste nuovissime manifestazioni il neutralismi si riallacciava generalmente ad antichi moti della ps'che nazionale. La secolare assenza della nostra nazione dalle grandi competizioni europee, aveva lasciato nell'anima italiana un sedimento particolare, che la traeva inconsapevolmente' a cercar fuori di sè i termini risolutivi dei problemi catastrofici. Per tropno tempo eravamo stati spettatori nei grandi drammi della storia; la rilut-
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Italia
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