Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio

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      LA GRAND'E GUERRA D'ITALIAo, comunque, non « compatte », e che pure, etnicamente, geograficamente e storicamente sono nostri, dovrebbero rimanere all'Austria ed essere ancora un giorno ragione di nuovi conflitti? E se oggi l'Austria, sotto la pressione della Germania, ci concedesse il molto o il poco del « parecchio », si crede sul serio che domani, nell'ipotesi di vittoria per le Potenze centrali, ci darebbero esse, o, se dato, non ci ritoglierebbero ciò dhe noi, profittando del momento, avessimo loro strappato? Rispetterebbero l'imposto mercato? Ma quando mai l'Austria e la Germania hanno tenuto fede ai patti giurati? La brutale violazione della neutralità del Belgio e la cinica affermazione del Gran Cancelliere che i Trattati « sono pezzi di carta privi di valore », non bastano a farci diffidare? Nel caso d'i vittoria della Triplice Intesa, riconoscerebbe essa l'ottenuto « parecchio » ? E, dopo gli orrori della guerra, premeditatamente compiuti dai tedeschi, con la tensione di animi esistente, che scava un abisso fra le diverse razze, del quale rimarrà un profondo sedimento di rancore e di antipatie, si ritiene possibile che il popolo italiano subirà rassegnatamente il rinnovarsi della Triplice Alleanza?
      « Non dimentichiamo che il Governo ha ripetutamente dichiarato che vuole realizzare « le sante aspirazioni del Paese » : queste aspirazioni hanno il loro contenuto e limite nella storia e nella geografia; ed io ho fiducia nella lealtà e nella serietà di propositi degli onorevoli Salandra e Sonnino per supporre che si possa mancare alle ripetute dichiarazioni e fare in modo che domani, non raggiunte le aspirazioni, che sono il compimento dell'unità nazionale, vi possa essere ancora una ragione di dissidio e di conflitto fra l'Italia e l'Austria.
      « Esclusa a priori, per le tradizioni tutte della nostra storia, la possibilità di partecipare alla guerra a fianco delle alleate, condividendo con esse la responsabilità della premeditata aggressione alla Serbia e della mostruosa grassazione del Belgio; tenendo presente il dovere che l'Italia ha di difendere, ad ogni costo, il patrimonio della grande civiltà latina, minacciato dall'invasione della Kultur germanica, all'Italia non rimane, oggi
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Storia della Grande Guerra d'Italia
Volume 11. La tesi neutralista
di Isidoro Reggio
Istituto Editoriale Italiano
pagine 161

   

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