Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio
LA TESI NEUTRALISTA
« Direzione e redazione hanno proceduto perfettamente d'accordo sino a questo punto. Ciascuno di noi si è sentito elemento del pensiero comune, e la nostra opera quotidiana si è svolta con la franca affettuosa intimità che da due anni ormai la caratterizza. La Tribuna non è un giornale in cui si versino opinioni, ma uno in cui le opinioni si elaborano fra uomini liberi e sicuri di poter disporre del proprio pensiero : la nostra opera è di conseguenza quotidianamente discussa ed armonizzata con voi, che pure avete la responsabilità politica e tecnica del giornale. Di uno di questi momenti di discussione si è parlato anche fuori del giornale ed inesattamente. Vi chiediamo perciò l'autorizzazione di chiarire pubblicamente le cose.
« Il nostro giornale Iha riflesso, ad un certo punto, la perplessità che prevaleva nell'opinione pubblica : ha riferito cioè che mentre da una parte si affermava che le offerte fatte dall'Austria e patrocinate dalla Germania erano minime ed irrisorie, dall'altra si facevano circolare liste di concessioni offerte, quasi corrispondenti a pretese domande del nostro governo. Qualcuno dei redattori vi ha informato di sapere, da fonte sicura, che la resipiscenza dell'Austria era venuta soltanto dopo u-na denunzia, se non formale, sostanziale, della Triplice Alleanza. Vi ha soggiunto che esistevano già impegni con la Triplice Intesa. Le vostre notizie erano diverse : fi sarebbe trattato di impegni condizionati ad una rottura con l'Austria; finché la rottura non era avvenuta, non si poteva parlare di decisioni irrevocabili. Però voi senza esitare ci dichiaravate subito che se decisioni fossero state già prese — liberi restando gli uomini politici di scindere le proprie responsabilità — fuor di dubbio l'Italia doveva uniformarvi la sua azione.
« Questo vostro criterio sanava il dissenso che ci aveva condotti fino al proposito di presentare le nostre dimissioni. E il giornale ha riconosciuto dhe se degli impegni fossero esistiti davvero, essi avrebbero dovuto essere considerati da ogni italiano come un obbligo d'onore. Perplessità che è già scomparsa a quest'ora, perchè se anche gli impegni fossero stati per un cavillo
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