Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio
LA TESI NEUTRALISTAfare l'Italia. Quando con l'annessione della Lombardia, dell'Emilia, della Romagna, della Toscana, riuscimmo a costituire un primo nucleo d'Italia settentrionale e centrale, non esitammo a comprometterlo colla spedizione nelle Marche e colle spedizioni nel Mezzogiorno, perchè bisognava ad ogni costo cogliere il momento.propizio, e tentar di fare, almeno all'ingrosso, l'Italia.
« Quando finalmente l'avemmo fatta e non ci mancavano che Venezia e Roma, tutti sentimmo, nel 1866, che dovevamo esporre ai rischi di una guerra questa povera Italia, appena appena messa insieme con tanta fatica e con tanta fortuna. Ottenuta poi, benché imperfettamente, la Venezia, saremmo stati pronti ad arrischiare l'Italia già quasi intera, per integrarla con Roma; e se in ciò volevamo procedere con estrema prudenza, fu solo perchè da Roma ci volevano tener lontani così gli amici come i nemici, e perchè Roma era un acquisto sui generis, da implicare gravissime quistio-ni morali e gravi pericoli internazionali. Fortuna volle che ci potessimo entrare senza immediato pericolo, e che tutta la nostra prudenza si dovesse invece spendere nel potervi restare. Ma da quel giorno che la nostra u-nità nazionale fu quasi del tutto raggiunta, sentimmo che una nuova fase era cominciata per noi, che la fase dei rischi doveva chiudersi, che era preciso dovere di non compromettere in alcun modo l'esistenza di un'Italia così felicemente unificata, di una formazione ancora recente e bisognosa di rassodarsi. Che alcuni lembi di territorio italiano siano ancora occupati dal dominio straniero, è per noi un dolore e un pericolo; che uno stuolo di nostri fratelli gema ancora sotto il peso di un giogo odioso, è per noi uno strazio indicibile : ma guai se ci lasciassimo da ciò trascinare a un passo falso, ad una guerra disastrosa. Bisogna comprimere ogni impazienza, per naturale e generosa che sia, e fare di necessità virtù ».
« Le parole autorevoli dei due grandi oersonaggi, celebri per la loro opera diplomatica, ma che a suo tempo avevano anche arrischiata la vita sui campi di battaglia, non facevano che ribadire nella mia mente un
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