Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio
LA TESI NEUTRALISTAl'opinione pubblica,- non deve trascurare di discutere serenamente — senza preconcetti e senza passioni — se non valgono due, tre, o quattro miliardi la liberazione di quasi un milione d'italiani angariati in ciò che hanno di più caro e di più indistruttibile; l'arresto della minaccia slava sulle terre italiame dell'Adriatico, che, dopo mezzo secolo dell'attuale regime filoslavo, non sarebbero più italiane; la conquista di grandi mercati e di ricchi commerci che daranno vigore nuovo alla nostra industria ancora adolescente; la valorizzazione della nostra emigrazione che non correrà il rischio di essere o-steggiata come spregevole cosa neutra da tutti, dai tedeschi e dagli inglesi, dai francesi e dai russi; la possibilità di vivere più sicuri domani, in confini più saldi, e senza l'elemento perturbatore dell'irredentismo che ci ha sempre impedito di fare una feconda politica estera.
« Io spero che « Victor » vorrà convincersi che la posta vale bene i sacrifici che esisre. Procurare che questi sacrifici siano i minori possibili, è opera doverosa; ma, rinunciare alla posta per la gravezza del sacrifìcio, no ».
Tra gli intellettuali neutralisti, dei quali si è fatto cenno, figura il nome di più d'un senatore. Infatti il Senato passò, specialmente nei primi temoi. per la rocca forte del neutralismo : e tra i più accentuati fautori di quella tendenza erano, per esempio, i senatori Santini, Grassi, Carafa d'Andria.
Di queste propensioni neutraliste di molti senatori si ebbe la prova ouando si trattò di convalidare la nomina di Luigi Albert'ni.
« Il complotto neutralista — scriveva Videa Nazionale — contro Luigi Albertini, c'era stato. Si era trovata una tesi giuridica Qualsiasi per invalidare il suo titolo di nomina : un pretesto, del quale non interessava il valore intrinseco, ma che doveva soltanto fornire la occasione e l'arma per una battaglia politica. Vi era stato mtenso lavorio di propaganda, nei giorni scorsi. Figuriamoci : il direttore del guerrafondaio Corriere della Sera, escluso dal Senato!... Che successo sarebbe stato
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