Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio
la grande guerra d'italiaprogramma politico, anelante all'egemonia e al privilegio, che il Vaticano stesso ha sempre sostenuto, in Italia e fuori, in questi ultimi secoli. Verso l'altra invece avrebbe dovuto spingere un nobile e disinteressato spirito religioso, il senso vivo della ingiustizia commessa, la ripugnanza per le frequenti invocazioni di Dio sulla aggressione, la stessa solidarietà con i preti cattolici e il cardinale sui quali pesavano così fieramente la persecuzione tedesca, la pratica applicazione della teoria germanica della guerra e di un istinto di violenza e di dominio esasperato dall'insuccesso.
« Si trattava, adunque, o di compiere un altissimo dovere religioso, ma a scapito dell'interesse politico della Chiesa, o di perseguire un interesse politico, ma con troppo evidente offesa della coscienza religiosa.
« E si è preferito non scegliere: mettersi per un'altra via, per quella della neutralità. E il Papa ha taciuto, quando la sua parola era invocata dai cattolici belgi e francesi; ha preferito cercar di essere in buone relazioni con tutti i belligeranti, evitare ogni parola od atto che potesse offendere l'uno o l'altro di questi, mettere una infinita cautela nel pesare le parole ed i gesti. »
Comunque, un fatto deve essere constatato. A guerra dichiarata, i cattolici hanno sciolto ogni riserva che poteva precedentemente legarli per effetto della neutralità. Dai più alti prelati ai più umili gregari delle schiere cattoliche, tutti diedero opera a quanto poteva giovare alla patria : e nelle provvidenze civili come sul campo di battaglia i cattolici compirono con encomiabile fervore il loro dovere d'italiani.
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