Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio
la grànde guerra d'italiadisoccupazione e la miseria tormentano le masse che non combattono; città e villaggi furono distrutti dalla barbarie rinata del militarismo che nella sua furia non si arresta nemmeno dinanzi ai prodigi del genio e del lavoro umano.
« Dovunque desolazione, fame, rovine, pianto. Mentre il massacro immane continua, i governi borghesi colle note e le polemiche delle loro agenzie, coi discorsi dei loro ministri, cercano di riversare sui rispettivi nemici la prima tremenda responsabilità del conflitto. Tutto ciò è artifìcio e menzogna. Essi sono responsabili in (( solido », e in « solido » dovranno rispondere davanti alla storia. Quando si faccia astrazione del Belgio pacifico ed eroico, che ha dovuto subire la invasione vandalica degli eserciti tedeschi, la determinazione delle responsabilità occasionali ci interessa mediocremente; le responsabilità prime e fondamentali della guerra risalgono all'odierno sistema capitalistico, basato sulla rivalità interna delle classi, esterna degli Stati : al sistema capitalistico che crea nel suo sviluppo forze che ad un dato momento non può più contenere e dominare : al sistema capitalistico che in tempo di pace sfrutta il proletariato ed al proletariato chiede nella guerra il sommo dei sacrifìci, la suprema delle rinunce.
« Solo l'Italia fra le grandi nazioni ha potuto restare al di fuori del conflitto gigantesco e dichiararsi neutrale. A provocare tale decisione del governo non è stato estraneo l'atteggiamento preciso assunto dal partito e dal proletariato socialista sin dagli inizii della crisi. Il trattato della triplice è decaduto di fatto, anche se sopravvive sterilmente nei protocolli della diplomazia. La dichiarazione di neutralità raccolse l'approvazione unanime dell'opinione pubblica : ma ora, da qualche settimana, partiti senza largo seguito e altre correnti si a-g'tano per spingere il governo ad intervenire nella conflagrazione europea. Si sta montando uno stato d'animo assai simigliante a quello che precedè l'impresa di Libia. Si accenna alla necessità urgente di un grande ministero di concentrazione nazionale; si vuole la guerra alla alleata di ieri, e quindi alla Germania. In testa della
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