Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio
la grànde guerra d'italiati necessari al proletariato e alla nazione il giorno in cui l'Italia avrebbe dovuto uscirè dalla neutralità.
Vaillant, il vecchio comunardo francese, dedicò ai socialisti italiani alcune righe amare.
« Per una disgraziata ricaduta — egli scriveva — in quel dottrinarismo inetto di cui non sanno che accettare la formula invece di vivere con il pensiero e con la vita popolare ed operaia, essi pubblicano un manifesto indifferente alla causa dei popoli, e che, con un ritorno quasi verso la Germania imperialista, cancella quasi in parte le primitive dichiarazioni. Essi sembrano non u-dire più la voce del popolo italiano da cui essi — ove persistessero nella loro incomprensione — finirebbero per separarsi irrevocabilmente.
Francia repubblicana, che i socialisti francesi abbiano dato loro un'occasione qualsiasi di malcontento, che possa rassomigliare ad un passo del Sudekum. Nessuna trattativa, per quanto discreta, cercò di influenzarli .
« Noi ci siamo rigorosamente guardati da ciò, tanto con essi quanto con tutti i socialisti stranieri. Noi abbiamo avuto fiducia nella potenza della verità e nella loro intelligenza. E se quest'ultima è mancata, non è proprio colpa nostra, e quando, anche ultimamente, ricevemmo invito di incontrare all'estero i delegati socialisti di diversi paesi, ci rifiutammo sempre di farlo, perchè comprendevamo l'esistenza di suscettibilità nazionali che non volevamo urtare, ma avevamo anche altre ragioni : non volevamo più cercare, inutilmente, di aprire gli occhi a gente che li tiene volontariamente e ostinatamente chiusi.
« Dopo tutto, ogni giorno che passa, aggiungendosi ai precedenti, dimostra con abbondanza di prove e chiarezza la giustizia della nostra causa, della causa franco-inglese e belga che è quella della libertà dei popoli e della pace.
« Noi non potevamo ammettere di essere chiamati a deliberare nuovamente su una situazione così chiara
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