Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio
la tesi neutralistapartito socialista, convocata in assemblea straordinaria, per discutere « sul momento politico ». La riunione, circondata di mistero, si chiuse con due fatti importanti : un manifesto, e le dimissioni di Mussolini da direttore dell'/l vanti!
Il manifesto diceva :
« Compagni lavoratori! Dopo che la Direzione del Partito, allo scoppiare della guerra orrenda che devasta e rimbarbarisce l'Europa, si convocò a Milano, torna ora ad adunarsi in seduta plenaria; e sente il dovere di rivolgervi una parola per confermare tutte le sue dichiarazioni e tutti i suoi deliberati.
« Voi stessi, o compagni lavoratori, avete anche a-desso manifestato in plebiscito unanime la vostra avversione alla guerra e la decisa volontà di rimanere saldi nella nostra dichiarata neutralità; neutralità non incerta nè ambigua, come quella del Governo, la quale conserva nei suoi misteri e nelle sue speculazioni ignobilmente borghesi ogni pericolo, compreso quello che essa si possa rompere ancora a vantaggio degli Imperi centrali, quando per questi potesse apparire la possibilità di una vittoria; ma neutralità, la nostra, tersa e adamantina come quella che attinge la sua forza alle fonti sempre vive della nostra incrollabile fede socialista.
« Pure la Direzione, o compagni, intende oggi parlarvi con franchezza la più aperta e cordiale. Non è da nascondersi che il perdurare della guerra, che di giorno in giorno semina nei campi e nei mari di Europa migliaia e migliaia di giovani vite, fascia di tenebre dolorose, case e famiglie di onerai così nel Belgio come in Francia, come in Germania, come in Russia, come in Inghilterra, come in Austria ed in Serbia, devasta città ed annienta ricchezze che mezzo secolo di lavoro non basterà a rifare, conturba molti animi e molte menti. La guerra vuole passare inesorabile, tutto abbattendo, tutto decimando, vite, averi, pensiero umano. Per la guerra, che le borghesie, uguali in ogni nazione, preparano sempre sottilmente, corrompendo le opinioni pubbliche, impregnandole di immaginarie parole perchè tutti le accettino e tutti si lancino nel baratro; per la guerra og-
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