Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio
la tesi neutralistalow; questa è la triste constatazione di cronaca. E coloro i quali avrebbero il dovere di fieramente affermare l'indipendenza propria e del proprio paese, gl'intransigenti, i rivoluzionari, coloro che non vogliono la guerra per non collaborare con la borghesia, i fierissimi assertori del concetto di classe, diventano gli umilissimi servitori di Giolitti e di Biilow, disonorano sè medesimi ed il socialismo, svelano l'anima loro di vassalli, che non sanno concepire un gesto, che anelano solo al tranquillo ruminamento, senza pericolo anche se con molta infamia.
« La storia registrerà quest'ultimo tradimento dei medagliettati del socialismo, di codesti codardissimi turlupinatori di folle, di codesti alleati del Kaiser e — forse non casualmente — de' traditori tedeschi dell'Internazionale; di codesti invertebrati, che tutto han confinato nello stomaco.
« La storia s'occuperà di cotesti futuri consiglieri di Francesco Giuseppe, che trascinano nel fango il nome del socialismo, che votano al sacrificio il Belgio martire, che dannano l'Italia ed il proletariato italiano al disonore senza possibilità di riscatto.
« E la storia dirà che forse da Villa delle Rose promanavano troppi allettamenti e che Giolitti è troppo poco scrupoloso dispensatore di portafogli.
« Ma, naturalmente, gli onorevolissimi castrati del neutralismo socialistico e, per giunta, parlamentare, non potevano fare a meno di blaterare un po' di stupidaggini intorno al movimento interventista.
« Noi, dunque, siamo i bugiardi, mentre quasi tutti gli uomini più autorevoli del Partito — deputati compresi — hanno due opinioni : una per le concioni in pubblico, l'altra per le espansioni in privato; che, lo sappiano i proletari d'Italia, quei signori sono interventisti, quasi tutti, ma non hanno il coraggio di dirlo per paura di compromettersi. Si giudichi ora da che parte sia la menzogna »'.
Alla metà di maggio, quando l'ora decisiva stava per
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