Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio
la grande guerra d'italia
« minoranze prepotenti ». Ecco : si tratta di incoscienza o d'impudenza? Mentre in tutta Italia si svolgono dimostrazioni interventiste, che tutti affasciano gli uomini di buona fede : mentre il neutralismo è costretto a ricorrere aW extrema ratio dell'aggressione e dell'omicidio proditori; mentre cade miseramente nel vuoto, a Milano, una deliberazione di sciopero generale, che non si ha il coraggio di dichiarare finito, confessando così implicitamente che non era mai cominciato; si ha il coraggio di parlare di « minoranze prepotenti » quando gli accesissimi galantuomini, che minacciavano lo sciopero generale contro la mobilitazione, sapevano a priori di non poterlo fare.
« A che si riduce, dunque, la deliberazione de' convenuti a Bologna? Sono forse da prendersi sul serio i comizi indetti pel 19? Meglio guardare e sorridere. Pietosamente. »
L'ultimo colpo tentato dai socialisti ufficiali fu la proclamazione dello sciopero generale a Milano. La sera del 14 maggio l'Avariti! pubblicava un « supplemento» òhe conteneva queste righe :
« La Commissione Esecutiva della Camera del Lavoro e il Comitato Direttivo della Sezione socialista, di fronte alle manifestazioni violente dei nemici dei lavoratori tendenti a trascinare il paese alla guerra, proclamano lo sciopero generale invitando i lavoratori milanesi a partecipare ai funerali del giovane Adriano Gadda, vittima innocente di quelle manifestazioni »,
Questo Gadda era un giovane rimasto ucciso in seguito a revolverate tirate dai neutralisti contro gl'interventisti! E giustamente il Corriere della Sera esclamava :
« L'Avanti!, vergognoso e timoroso delle gravi conseguenze morali e della penosa impressione suscitata dallo scellerato proditorio delitto, ha tentato un alibi, che pone gli assassini a più basso livello dei briganti della Sardegna e di Sicilia, i quali, se non altro, fanno sempre culminare l'orrore dei loro crimini — e li rendono per ciò stesso meno obbrobriosi — in quel senso di responsabilità per cui si proclamano colpevoli in faccia al mondo.
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