Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio

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      la grànde guerra d'italiania, non è motivata da ragioni plausibili; ma dalla veduta di un diverso assetto sociale e di una nuova forma di governo. Se ci sta a cuore la grandezza della patria e principalmente la sua sacrosanta unità, resistiamo fieramente alle mire ignobili di certi sconsigliati... » .
      La Concordia, intenta a scalzare le basi del Ministero Salandra ed a paralizzarne l'azione, scriveva con la firma di Luciano Zùccoli :
      « In questi mesi di neutralità, il governo ha lasciato sfrenar tutte le passioni, esalar tutte le idee, cozzar tutti gli odii e le antipatie, lavorar tutte le camarille e le clientele. Ne è venuta nel paese una trepidanza, un'ansia, un fastidio, un'eccitazione, che non si può dire dove abbiano a condurci... Per ora siamo alle bastonate; domani arriveremo alle sedizioni, alle battaglie fra cittadini, a risse sanguinose e mortali. Qualunque fedele minchione saprebbe essere Presidente del Consiglio e ministro dell'interno a questa maniera; in Italia ciascuno ormai si governa senza governo, fidando nel peso delle mani proprie. I ministri responsabili si dilettano di frasi per modelli di calligrafia, sul dovere degli italiani, sul patrio egoismo, sulla concordia degli animi... (Salute a questo genere di concordia!...). E i liberi cittadini, commossi e convinti, si pigliano a calci nel didietro...
      « Fino a quando? È venuta l'ora di chiederci : fino a quando durerà questa farsa indecorosa di comizii e di tumulti, sotto l'occhio delle autorità, col permesso dell'on. Salandra? Fino a quando faremo ridere gli stranieri, amici e nemici, alle nostre spalle? Fino a quando seguiteremo a essere i pagliacci d'Europa?
      « Quousque tandem, Salandra?
      « Non basta- che alcuni giornali, più o meno indipendenti, esaltino le qualità d'uomo di Stato del Presidente del Consiglio. L'abdicazione ad ogni autorità e ad ogni prestigio in fatto di politica interna è per noi un sintomo scoraggiante.
      « L'on..Salandra ha pieni poteri, a lui commessi dai due rami del Parlamento nazionale; gode quindi d'una forza che pochi ministri hanno avuto... E con questo,
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Storia della Grande Guerra d'Italia
Volume 11. La tesi neutralista
di Isidoro Reggio
Istituto Editoriale Italiano
pagine 161

   

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