Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio
la tesi neutralistasimo abboccato all'amo delle tardive — e pur sempre insufficientissime — offerte austriache, avremmo dovuto rompere ogni vincolo con la Triplice Intesa, e ci saremmo così trovati completamente isolati a discutere con un'Austria le cui risorse diplomatiche sono state durante cinque mesi il cavillo, l'ostinazione, il tranello, l'insincerità.
« E allora, ben lungi dall'essere in condizioni di realizzare pacificamente le nostre aspirazioni nazionali, a-vremmo dovuto ricorrere alle armi, ma senza amici e completamente soli, oppure avremmo dovuto sacrificare alla nemica tradizionale il nostro onore e i nostri interessi.
« Non vi è sottigliezza polemica la quale possa distruggere l'evidenza di quanto sopra.
« Fra le insinuazioni antipatriottiche del Mattino e i documenti del Libro Verde il pubblico non esiterà, fortunatamente, a scegliere. »
Il fenomeno di tanta, e spesso così inattesa germanofilia fu veramente impressionante. Un giudizio non sospetto e perciò più rimarchevole fu quello della Stampa, che, già nel novembre 1914, scriveva:
« L'argomento che stiamo per toccare è assai delicato ed anche non poco doloroso; ma ci sono momenti nella vita pubblica di una nazione in cui non si possono considerare con indifferenza sintomi patologici che in tempi normali darebbero minor preoccupazione; momenti in cui occorre provvedere alla sanità dello spirito pubblico con meticolosa cura.
« Prenderemo lo spunto da un episodio. È comparsa su alcuni giornali milanesi una notizia, — che non sappiamo se rispondente a verità, — la quale non poteva rimanere senza commenti. Secondo i detti giornali, alcuni giornalisti italiani si sarebbero raccolti a Milano per partire in comitiva per un viaggio giornalistico alla volta della Germania, per studiarvi le condizioni morali e politiche durante la guerra. La spedizione sarebbe diretta dal signor A. Reichenberg, diplomatico addetto all'Ambasciata di Roma. Altri giornali aggiungono mag-
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