Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio
la tesi neutralistale ambasciate d'Austria e di Germania, vivon isolati come lebbrosi e passano segnati a dito dal pubblico, che più d'una volta ha perfino loro gettato in faccia manciate di monete di rame : sanguinante oltraggio per il supposto mercimonio.
« Non dicono degli sdegnosi rifiuti di decine e ài centinaia di migliaia di lire ripetutamente ed inutilmente offerte a giornali e giornalisti italiani, sotto la veste di sontuosi contratti di pubblicità, di macchinari tipografici d'ultimo modello, di copiose forniture di carta, di larghissimi sconti bancari!
« Tutto ciò va detto da noi e ripetuto le mille volte, poiché tutto ciò costituisce il più alto titolo d'onore della stampa italiana — di una stampa che, salvo rare eccezioni, — è povera, poverissima anzi; di una stampa che, nella sua totalità, vive e combatte per dei principii, e non per degli affari. »
Non sappiamo se possano dichiarare altrettanto i fogli di Francoforte o quelli di Vienna, e di tante altre metropoli d'oltre alpe o d'oltre mare...
Comunque, l'ora decisiva fece pronta giustizia di quel giornalismo spurio, ch'era stato artificialmente piantato nel terreno sano della stampa italiana.
Si può dire che tutti gli organismi neutralisti scomparvero : alcuni si convertirono; altri furono uccisi dal rifluire della nuova aura gagliarda, per essi irrespirabile.
Così, tranne qualche ultimo insignificante rimasuglio dell'aberrazione giornalistica, tranne la sopravvivenza di qualche rada1 individualità isolata nel campo intellettuale e politico, tranne il permanente attaccamento degli assottigliati socialisti ufficiali alle loro for-mole vane, tutta la vita italiana fu purgata da quel neutralismo, che aveva fondato e sostenuto con ostinazione una tesi contraria agli interessi, alle aspirazioni, ai destini del nostro paese nella nuova storia del mondo.
Fine del Volume Undecimo
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Austria Germania Francoforte Vienna Volume Undecimo
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