Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio
LA FIAMMATAche dalla notte del cinque maggio divenne il mare della nostra patria
con esposte le fondamenta e la base alle procellechiuso dalla collina rivestita di cipressi
di pinidi lauri
d'ulivid'oleandri
parrà l'aedo in pietra della risurta coscienza italica.
« E se Eugenio Baroni avesse potuto leggere nei nostri occhi allora che votavamo unanimi per luiavrebbe letto l'augurio che egli compia
interprete della gratitudine italianaquell'opera grande
sia per significato morale che per nobiltà d'artequale il suo bozzetto fa presagire ».
E l'opera grande era stata degnamente compiuta; e duecentomila persone l'acclamarono allorché cadde il velario.
11 Re aveva mandato questa alta parola :
« Se cure di Stato
mutando il desiderio in rammaricomi tolgono di partecipare alla cerimonia che si compie costà
non si allontana però dallo scoglio di Quarto il mio pensiero.
« A codesta fatale sponda del mare Ligure
che vide nascere chi primo vaticinò la unione della patria ed il duce dei Mille salpare con immortale ardimento verso le immortali fortunemando il mio commosso saluto. E
con lo stesso animoso fervore di affetto che guidò il mio grande avodalla concorde consacrazione delle memorie traggo la fede del glorioso avvenire d'Italia ».
11 telegramma realedi cui diede lettura il sindaco di Genova
suscitò immensa impressione e fu salutato da grida d'entusiasmo.
Poi Gabriele d'Annunzio
venuto dalla Francia per la solennità della sagra dei Mille
pronunciò la sua orazione.
Il poeta disse :
« Maestà
assente ma presentedel Re d'Italia;
« Popolo grande di Genova
Corpo del risorto San Giorgio;
« Liguri delle due riviere e d'oltregiogo;
« Italiani d'ogni generazione e d'ogni confessionenati dell'unica madre
gente nostrasangue nostro
fratelli;
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