Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio
LA FIAMMATAnico la gravezza della morte perchè il lor creatore in piedi la foggi in immortalità.
« In piedi è il creatorefiso a quella bellezza che sola visse nelle pupille dei nostri martiri e restò suggellata sotto le loro palpebre esangui.
« Egli la guardaegli la scopre
egli la rialza. Sta dinanzi a lui come una massa confusa. Egli la considera non altrimenti che Michelangelo il blocco di marmo avverso.
« Braccia d'artiere terribili son le sue braccia. Voi le vedete. E le sue mani possiedono l'atto come le mani del dio stringono la folgore. Non si sa se le gonfi di sì grandi vene la possa dell'opera compiuta o di quella ch'è da compiere.
« Dov'è
se non in voise non nella unanimità vostra improvvisa
o Italianila balenante bellezza ch'egli oggi solleva e pone dinanzi a sè per condurla al rilievo sublime?
« Nessuno più parla basso; chè cessano il danno e la vergogna; l'ignavia del non vederdel non sentire cessano. E i messaggeri aerei ci annunziano che la Notte di Michelangelo s'è desta e che l'Aurora di Michelangelo
pontando nel sasso il piede e il cubitoscuote da sè la sua doglia ed ecco già balza in cielo dall'Alpe d'Oriente.
« Verso quellaverso quella risorgono gli eroi dalle loro tombe
delle loro carni lacerate si rifascianodell'arme onde perirono si riarmano
della forza che vinse si ricingono : per quella che sùbito dai grandi òmeri sprigiona le penne della Vittoria.
« Delle lor bende fùnebri noi rifaremo il bianco delle nostre bandiere.
a Ordi lungi
l'osso dell'ala non sembra il taglio d'una tavola d'altaresollevata dall'ebbrezza dei martiri? [ non v'è
dentrouna cavità simile alla fossa del sacrificio
pel sangue e per la vampa?
« Ahse mai le pietre gridarono nei sogni dei profeti
ben questo bronzo oggi grida e comanda.
« Se mai a grandezza d'eroi fu dedicata l'opera di metalloconfiàtile detta dagli antichi nostri
ciò è com-
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