Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio
LA FIAMMATA
« Mentre questo santo bronzo si struggeva nella fornace ruggente e la forma da riempiere si taceva nell'ombra della fossa fusoriauna più vasta fornace
una smisurata fornace s'accendeva « di spiritai bellezza grande ».
« E non corbe di metallo bruto v'erano issate in sommo; macome i manovali gettano a uno a uno nel bacino i masselli
gli spiriti più generosi vi gettavano il meglio della virtù loro e incitavano i tardi e gli inerti con l'esempio.
« Or eccoalla dedicazione e sagra di questo compiuto monumento ci ha chiamati un messaggio d'amore.
« E a questa sagra di popolo datore di martiriper altissimo auspicio
è assente ma presente la maestà di Colui cheor è rnolt'anni
in una notte di lutto commossa da un fremito di speranzesalutammo re eletto dal destino con segni che anch'essi ci parvero santi.
« A questa sagra tirrena instituita da marinai è presente la maestà di Colui che chiamato dalla Morte venne dal Mare
che assunto dalla Morte fu re nel Mare.
« Risalutiamolo col vóto concorde. Fedele è a Lui il destinoed Egli sarà fedele al destino.
« Guarda Egli la statua che stala statua dhe dura; ma intento ode il croscio profondo della fusione magnanima.
« Accesa è tuttavia 1' immensa chiusa fornaceo gente nostra
o fratelli; e che accesa resti vuole il nostro Genio
e che il fuoco ansi e che il fuoco fatichi sinché tutto il metallo si struggasinché la colata sia pronta
sinché l'urto del ferro apra il varco al sangue rovente della resurrezione.
« Già da tutte le fendituregià da tutti i forami
biancheggia e rosseggia l'ardore. Già il metallo si comincia a muovere. Il fuoco crescee non basta. La forza della fiamma più e più cresce
e non basta. Chiede d'esser nutritatutto chiede
tutto vuole.
« Voluto aveva il duce di genti un rogo su la sua rocciache vi si consumasse la sua spoglia d'uomo
che vi si facesse cenere il triste ingombro; e non gli fu acceso.
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