Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio
LA FIAMMATAraviglioso discorso di Gabriele d Annunzio accolto con tanto fervore di consentimento plaudente — tutto questo sullo sfondo di un corteo gigantesco
di un entusiasmo indicibile che più il giorno andava innanzi e più si accentuava fino a che culminò nella dimostrazione di affetto fiducioso alla stirpe leonina di Giuseppe Garibaldi —- ha caratterizzato la volontà del popolo italianoe nella commemorazione del 5 maggio 1860 e nella celebrazione dell'opera d'arte del Baroni ha visto
sentito ed espresso la patria risorgente un'altra volta per il compimento dei suoi destini e per la partecipazione alla guerra in prò della giustizia e della libertà contro gli imperi teutonici.
« L'assenza del capo dello Stato e dei suoi ministri nulla ha tolto alla festa del sentimento e della volontà
— perchè è in tutti il convincimento che le tergiversazioni del mondo ufficiale possono bensì ritardare di qualche giorno l'interventoma che questo è segnato indeprecabilmente nel libro del Destino.
« Il senso di questo fato imminente era negli animi e negli accenti di tutti — non pure del popolo e dei giovani ardentima benanco di chi fu fino ad avant ieri neutralista.
« Fata trahunt! Certo l'errore commesso dal Governo annunziando prima la partecipazione degli alti poteri dello Stato alla festa e ritirandosi poi all'ultim ora
è stato enormeimperdonabile.
« Esso doveva prevedere fin dal principio che l as-sistenza del re e dei ministri ad una tale celebrazione
— con tale oratore e con tale popoloil 5 maggio — significava ed importava lo scoppio della guerra il giorno 6. P. se questa data fissa non era ritenuta opportuna
la partecipazione non si doveva promettere ed annunziare.
« Questo l'ovvio giudizio di tutti gli uomini politici oggi qui convenutiunanimi nel ritenere che tale errore importa la certa caduta del ministero
a meno che questoalla riconvocazione della Camera
non annunzi la dichiarazione di guerra.
« Ma tutto ciò passa in seconda linea. Ciò che im-
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