Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio
IlLA MINACCIA SI DELINEA
Gli omacci di Genova al poeta — Altre parole incitatrici — Il leone dei triestini — Le faville del sacro incendio — Il lavorio neutralista — Una grande illusione — Il quadro del momento — Cominciano le dimostrazioni — Gabriele d'Annunzio a Roma — Il saluto di Barzilai — « Odore di tradimento » — Il popolo canta l'Inno di Mameli — L'ovazione a Margherita di Savoia — Milano si desta — Genova
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AnconaBolocna... — Tutta Italia risponde — L'azione di Giolitti.
Mentre in tutta Italia echeggiava l'entusiasmo che aveva avuto così alti accenti nella festa auguralea Genova nuove note squillavano di continuo.
Al banchettoche aveva fatto seguito alla cerimonia di Quarto
Gabriele d'Annunzio aveva pronunciato quest'altre parole :
« Sembra che da stamane noi respiriamo non so che ardore di miracolo dove si avvicendano in una sorta di balenio la verità ed il sognola vita attuale e la più lontana favola.
(( Questi convitati meravigliosi che seggono a questa mensa di fede mangiarono colla fame della giovinezza il pane ed il cacio a Calatafimi sul colle conquistato verso sera mentre si levava il vento fresco a piegare le spi-glhe non lungi dai loro morti; da Giuseppe Bellemo
da Giuseppe Sartorio
carabininieri genovesi caduti non lungi dal luogo dove il grande alfiere di Camogli giaceva supino cogli occhi sbarrati e fissi alla prima stella.
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