Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio

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      LA FIAMMATAva a disporre l'estrema difesa
      si è tentato da uomini politici italiani di disarmarlo.
      « La voce del Paese si è fatta poderosamente sentire : la sollevazione delle coscienze è avvenuta assai prima che non si potesse supporre.
      « L'ammonimento non può non oltrepassare la soglia di Montecitorio... »
      Se così scriveva il Giornale d'Italia
      si può immaginare il linguaggio dei giornali di tinta più accesache da mesi andavano incitando il popolo all'intervento.
      11 Popolo d'Italia riassumeva la situazione in questi termini :
      « Dalla metà d'aprile al maggiosi era venuto formando uno stato d'animo di fiduciosa attesa negli elementi interventisti e di passiva rassegnazione fra quelli neutralisti. A poco a poco
      sotto la pressione dell'ormai universalmente accettata inevitabilità e necessità della guerrasi saldava la compagine morale della nazione e si preparavano i cuori dei cittadini e dei soldati per il cimento supremo. In ogni città sorgevano i « Comitati di preparazione civile » ai quali davano l'adesione i socialisti di molte amministrazioni comunali...
      « La cerimonia del 5 maggio dovevaappunto
      consacrare all'interno e rivelare al mondo la perfetta concordia della Nazione nel voler rivendicate le terre che i nemici detengono; nel voler tutelato — col suo — il diritto delle piccole nazionalità sacrificate o minacciate dall'egemonia germanica. Quella del 5 maggio fu l'adunata che precede l'azione. Se l'assenza del re diminuì la portata « ufficiosa » dell'avvenimentoil telegramma mandato poi
      nel quale si accennava chiaramente a Mazzini
      a Garibaldial Grande Avo
      fu interpretato da tutti gli italiani come l'annuncio solenne di decisioni prossime e gravi. Dopo Quarto
      nessuno dubitò più dell'imminenza del nostro intervento e quandodue giorni dopo
      si seppe che il Consiglio dei ministri aveva prorogato la riapertura della Camera
      l'Italia ebbe l'impressione che l'ora delle armi fosse finalmente venuta. Questo doveva essere il corso logico degli avvenimenti; ma Giolitti — che villeggiava ^ Cavour — scese a Roma.
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Storia della Grande Guerra d'Italia
Volume 12. La fiammata (Tre giorni di passione)
di Isidoro Reggio
Istituto Editoriale Italiano
pagine 167

   

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