Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio
LA FIAMMATAda tanti anni
nei più grandi avvenimenti della nostra storia
è solita essere al!a testa degli italiani. Egli ha u-dito scoppiare uno di quei gridi a cui i Savoia non sanno essere sordisiano gridi di dolore o di sdegno; e
consigliera imperiturapiù forte d'ogni sopraggiunto consiglio
si è levata nel cuore stesso del Sovrano la tradizione familiare ancora vibrante delle memorie del nostro Risorgimento.
« 11 dovere costituzionalerigidamente inteso
lo a-veva costretto a tollerare una campagna che era stata preparata con astuzia sottile e svolta nel momento in apparenza più opportuno. Le avvisaglie si erano pronunciate in uno zelo senza freno di luogotenenti dell'esercito neutralista; l'artiglieria tonava dai giornalile mine insidiavano a Montecitorio il passo e la vita del Ministero Salandra; poi dal Piemonte giunse
a dar la suprema battaglial'Hindenburg del neutralismo
I o-norevole Giolitti. Giunse quando si pensava che il nemico fosse più depresso : le armi degli Imperi centrali avevano il sopravvento sui russi in Galizia
e l'Austria
sospinta dalle insistenze germanicheampliava le sue offerte. E queste sopra tutto costituivano i preziosi rifornimenti di cui il generale in capo aveva bisogno per prendere d'assalto e radere al suolo una fortezza costituita da quasi dieci mesi di fatiche
d'ansiedi sforzi
di attività intensa e senza tregua.
« Giunto sul campol'on. Giolitti sapeva che il Re avrebbe domandato il suo parere. Contava sul colloquio e
pel colloquiosu sè stesso
cioè sulla fama che ancora lo rappresentava arbitro della vita parlamentare italiana. Poteva il Sovrano non interrogarlo? Intantoil primo luogotenente
l on. Bertolinipreparava il colloquio tra Giolitti e Salandra.
« E apparvero subito i segni della brutta impresa meditata. L'arbitro del Parlamento discorse col Presidente del Consiglio di offerte austriache che questi non aveva ricevute. Nella sicurezza della vittoriasi era commesso un primo errore tattico. Si era scoperto lo stato di subordinazione
di secondarietà
in cui il Governo italiano era tenuto dai diplomatici stranieri che
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