Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio
Trasformare l'azione negativa della dichiarata neutralità in un'azione positiva, che ci avviasse al compimento delle nostre aspirazioni e garantisse il nostro avvenire : ecco il compito, irto di formidabili difficoltà, che si presentava alla diplomazia italiana.
Varie erano tali difficoltà : prima fra tutte il fatto dell'alleanza, persistente malgrado la dichiarazione di neutralità. Da quel fatto derivavano obblighi scambievoli dai quali per parte nostra non avremmo voluto liberarci, senza poter ampiamente documentare eh' era stata l'Austria a mancare ai suoi doveri verso di noi. Ora questa documentazione, basata sulle clausole segrete d'un trattato, non poteva esser fatta immediatamente. D'altra parte, prima di mettere in mora l'Austria, era doveroso lasciarle l'adito aperto a sanare con adeguati compensi, previsti dal trattato, la menomazione da essa arrecata ai nostri diritti.
Sorse così la necessità d'aprir le trattative : impresa quanto mai delicata e difficile; poi che il solo affacciar la tesi dei compensi poteva costituire un casus belli. E l'Italia non era preparata alla guerra.
Vinta la questione pregiudiziale, bisognava determinar le domande. Altra gravissima difficoltà. Chiedere ciò ch'era probabile d'ottenere, equivaleva a tradire le sacre aspirazioni della nazione e sacrificare irrimediabilmente l'avvenire. Domandare tutto, significava rompere immediatamente i negoziati. E l'Italia aveva d'uopo di tempo per la preparazione militare.
11 problema si complicava. In mezzo a due alleate, rese diffidenti dal fatto della neutralità, bisognava trovar modo d'intavolare abili trattative e di poter nello
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