Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio

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      GLI EREDI DI MACHIAVELLIcitato un detto del conte Nigra, che l'Austria-Ungheria e l'Italia non potevano essere che alleati o nemici. Risposi che in ciò vi sarà un po' di esagerazione, ma che c'è molto di vero. L'alleanza però non poteva essere utile e feconda, e mancava la perfetta cordialità tra le parti, se bisognava ad ogni piè sospinto andare a verificare la lettera dei patti firmati. Bisognava prevedere e provvedere per l'avvenire, anche al di là della presente guerra e dovevamo quindi mettere le cose sopra una base più sicura e costante. Per lo che occorreva togliere di mezzo tutto un fomite di malintesi e di attriti, di modo che le relazioni future con l'Austria, la cui esistenza era pure necessaria nell'interesse dell'Italia, potessero diventare cordiali e naturali al pari di quelle che esistevano tra noi e la Germania.
      Il principe di Biilow mi ringraziò della mia franchezza e riconobbe la necessità di lavorare in questo senso. Egli desiderava che i rapporti tra Germania ed Italia divenissero sempre più cordiali.
      Oggi poi ho veduto il barone Macchio.
      Egli mi ha detto òhe, avendo dovuto lasciare Vienna improvvisamente nell'agosto per venire a Roma a sostituire il signor di Merey, egli profitta di questi giorni di festa per fare una breve gita a casa sua. Risposi che mi faceva piacere il pensare che avrebbe potuto meglio informare il conte Berchtold intorno alla situazione in Italia ed ai nostri punti di vista ed accennai ai passi da noi fatti a Vienna relativamente all'applicazione dell ar-ticolo VII del Trattato della Triplice Alleanza.
      Il barone Macchio disse di sapere del passo da noi fatto, e risultargli che ora il suo governo si rende conto della opportunità di entrare in una discussione sul tema, salvo poter meglio precisare e fissare le cose, via via, secondo l'andamento della guerra. Tornò ad accennare che nei movimenti austriaci in Serbia non si riscontravano gli elementi di una « occupazione temporanea » a-gli effetti dell'articolo VII.
      Replicai che ciò non mi pareva giusto. Si era perfino già nominato un Governatore alla città di Belgrado. E se si paragonava l'invasione della Serbia a quanto era av-


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Storia della Grande Guerra d'Italia
Volume 13. Gli eredi di Machiavelli (La preparazione diplomatica)
di Isidoro Reggio
Istituto Editoriale Italiano
pagine 184

   

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