Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio

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      GLI EREDI DI MACHIAVELLIcioè nell'impedire che vi andasse qualche altra Fetenza ; che per il resto quella regione non aveva nessuna attrattiva per noi.
      L'Ambasciatore d'Austria osservò che ogni impegno reciproco doveva essere fondato sul principio del do ut des; onde anche l'Italia avrebbe dovuto determinare la sua parte di contributo, oppure doveva fissarsi la parte di vantaggio che a guerra finita avrebbe dovuto ritrarre l'Austria-Ungheria, ed a questa parte commisurare i vantaggi dell'Italia. L'Austria-Ungheria non mirare a incrementi territoriali a carico della Serbia.
      Risposi che i vantaggi potevano essere non soltanto territoriali; e che si poteva assicurare molti vantaggi di influenza e di preponderanza politica, economica e morale, che tutti venivano in genere contemplati dall'articolo 7.
      E il do ut des ci sarebbe anche se, entro limiti predeterminati, uno dei contraenti lasciasse all'altro mano libera nella sua azione, contro concessioni precise e fisse.
      Alla osservazione spesso ripetuta dal Barone Macchio, che ogni patto dovesse esser fatto dipendere dai risultati finali della guerra, rispondevo che se volevano guidare 1,'opinione pubblica italiana, piegandola in senso favorevole agli accordi, bisognava poterle far presentire fin dall'inizio un minimo di vantaggi tangibili e sicuri non dipendenti soltanto da eventualità incerte e remote. Altrimenti ogni impegno sarebbe rimasto senza alcun effetto pratico.
      Il Barone Macchio avendo accennato alla difficoltà estrema di trattare di simili temi, non solo per le questioni di amor proprio e di suscettibilità da me accennate, ma anche dal punto di vista dei precedenti che si costituirebbero in un Impero formato come quello austro-ungarico, risposi che il distacco dei pochi italiani rimasti sudditi austriaci non poteva costituire un precedente pericoloso per l'Impero, perchè oramai dopo il 1859 ed il 1866 l'elemento italiano era così esiguo per numero da non potersi difendere di fronte alle altre nazionalità consociate, e da non poter mai aspirare ad al-
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Storia della Grande Guerra d'Italia
Volume 13. Gli eredi di Machiavelli (La preparazione diplomatica)
di Isidoro Reggio
Istituto Editoriale Italiano
pagine 184

   

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