Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio

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      GLI EREDI DI MACHIAVELLIe cordialità, e che era inoltre pronto a sottoscrivere alle parole da Lei dette al barone Macchio, relative alla sterilità e inutilità di un'alleanza che non fosse alimentata dall'amicizia.
      Accennando poi alla eventuale cessione di territori appartenenti attualmente alla Monarchia, ha espresso la sua meraviglia che la questione fosse posta sopra un terreno così delicato, questi territori essendo qui considerati come « Erbland ». Nel rilevare le gravi difficoltà che tale questione solleverà, ha aggiunto che se la domanda formulata dall'Italia fosse stata conosciuta nel pubblico, essa non avrebbe potuto non provocare la più viva opposizione in tutte le regioni della Monarchia. Ho osservato che una domanda alla quale egli aveva accennato non mi sembrava dovesse impedire di discutere amichevolmente la questione, prendendo come punto di partenza la supposizione che quella condizione pregiudiziale avrebbe potuto essere eliminata in seguito.
      Avendo il Barone Burian rilevato che la cessione di territori da noi richiesti avrebbe potuto costituire un precedente in una Monarchia come l'austro-ungarica, gli ho spiegato come il distacco di pochi italiani sudditi austriaci non poteva costituire un precedente pericoloso per la Monarchia, e a tale proposito gli ho svolto gli altri argomenti svolti da Vostra Eccellenza al Barone Macchio. Nel parlare poi della nostra occupazione delle i-sole del Dodecaneso e di Valona, il Barone Burian ha osservato che per queste occupazioni si avrebbe potuto invocare l'articolo settimo del trattato, e ha alluso alla sfuggita ad una ulteriore espansione per parte nostra dell'occupazione in Valona.
      Ho risposto che non mi sembrava si potesse invocare l'articolo suddetto per quella occupazione. Era noto come fosse avvenuta l'occupazione del Dodecaneso. Quanto a quella di Valona essa era stata motivata dallo stato di disordine che regnava in Albania, e mirava a tutelare le deliberazioni della riunione di Londra, l'Italia essendo la sola potenza che non fosse implicata nella guerra.
      Del resto gli sforzi del Regio Governo erano diret-- 45 —


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Storia della Grande Guerra d'Italia
Volume 13. Gli eredi di Machiavelli (La preparazione diplomatica)
di Isidoro Reggio
Istituto Editoriale Italiano
pagine 184

   

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