Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio

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      Ogni dubbio intorno alla legalità ed all'opportunità della nostra guerra era scomparso. Il fondamento del nostro diritto era stato saldamente documentato nel « Libro Verde »; la convenienza nostra ad intervenire con le armi nella formidabile crisi che sovvertiva l'Europa, risultava limpida dalle condizioni di fatto che a-vevano per- lunghi anni permesso all'Austria di tener soggiogata l'Italia dal Trentino, che la natura e l'arte militare avevano potentemente munito; dalla linea dell'Isonzo, le cui fortificazioni dominavano la nostra a-perta pianura : dal mare, che offriva alle navi austriache i poderosi porti di Pola e di Cattaro e i rifugi e le insidie dell'arcipelago della Dalmazia.
      Soltanto una grande guerra europea poteva aprirci l'adito al riscatto dal giogo iniquo. La guerra era scoppiata, l'ora era venuta, il nostro diritto ci consentiva di impugnare onorevolmente le armi : era duopo afferrare l'occasione e rivendicare i confini naturali e la libertà di respiro, liberando dal servaggio le terre irredente.
      Il popolo aveva eloquentemente manifestato la sua risoluta volontà. Le equivoche e insufficienti concessioni austriache, indubbiamente fatte con restrizioni mentali e con obliqui propositi, erano state giustamente valutate e respinte. La cospirazione parlamentare, che di quelle concessioni aveva fatto la propria bandiera, era spezzata. Nessun ostacolo poteva ormai più opporsi alla realizzazione della volontà italiana d'affrontare con le armi il nemico ereditario.
      E in quella grande ora l'Italia fu in piedi. La ragione vitale dello sforzo supremo s'impose a tutti; o-
      — Il —


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Storia della Grande Guerra d'Italia
Volume 14. L'Italia in piedi (La guerra è dichiarata)
di Isidoro Reggio
Istituto Editoriale Italiano
pagine 124

   

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