Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio
L'ITALIA IN PIEDIdenta, nei diversi momenti della loro vita angosciosa, leggendo continuamente giornali, libri e opuscoli, che riguardavano il problema delle nostre Alpi e del nostro mare.
La via del Re era dunque segnata, ed egli non poteva avere e non ebbe mai alcun dubbio. Irredentista e antiaustriaco per tradizione, per sentimento e per u-na esatta visione delle necessità nazionali, egli fino dal primo giorno della crisi volle e preparò la guerra contro l'Austria. Come prima, cosi anche dopo lo scoppio della guerra, la sua qualità-di Sovrano gli impose il dovere d.el silenzio; ma la sua fede e la sua opera non mancarono mai. E i suoi sentimenti apparvero chiaramente al popolo italiano, in più d'una circostanza : così quando egli, riprendendo le tradizioni del suo Avo, chiamò al Quirinale Peppino Garibaldi, per unire ancora una volta contro lo stesso nemico tutte le forze del popolo e della storia dell'Italia.
Le dimissioni del ministero Salandra posero il Re di fronte a un problema costituzionale.
Vittorio Emanuele III non poteva dimenticare le tradizioni della sua Casa, fedele fino allo scrupolo alla Costituzione, ossequiente ai costumi del regime parlamentare. E, seguendo la via naturale, seguita per mezzo secolo di vita costituzionale, si rivolse per il nuovo Ministero ai rappresentanti più autorevoli della maggioranza parlamentare. Ma per questo, egli non volle piegare davanti al Parlamento la sua volontà di Sovrano fautore della guerra. Se egli avesse voluto cedere alla designazione della presunta maggioranza neutralista della Camera, avrebbe chiamato o Giolitti o uno dei suoi luogotenenti. Invece, contro gli intrighi di Montecitorio, Egli si sentì Re ed agì da Re. Chiamò Marcora, garibaldino e interventista, Carcano, garibaldino e membro del Ministero Salandra, Boselli, presidente della « Dante Alighieri ».
Con questi nomi di patriotti significò all'Italia che egli, sopra tutti e contro tutto, voleva la guerra. E quando i venerandi uomini dichiararono che meglio di ogni altro, Salandra e Sonnino avrebbero fatta la guerra che
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