Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio
LA GRANDE GUERRA D'ITALIAch'ella non uscisse vittoriosa dalla conflagrazione europea. Dovevamo a ogni modo, poiché non potevamo più essere suoi amici (amici per modo di dire, amici come ci rassegnammo ad essere per lo passato), trovar nuovi amici nell'Europa di domani, che sarà compatta alla difesa della pace comune; e dopo aver impedita la sopraffazione austriaca della Serbia, che avrebbe significato l'Austria più che mai nostra carceriera, essere padroni di quei confini, sulle Alpi e sul mare, che ci diano sicurezza di vita. »
Il giornale tracciava quindi il quadro doloroso dell'esistenza fatta dall'oppressore alle terre irredente, e ponendo di fronte Italia ed Austria concludeva :
« Alleate non più, dal giorno in cui dichiarammo la nostra neutralità; dunque, nemiche. E nemiche finalmente in campo aperto, per risolvere il problema che da tanti anni è il nostro incubo, per ottenere la pace a cui abbiamo diritto, per essere, a garanzia nostra e della civiltà europea, in quella lega di nazioni che ha preso solenne impegno in faccia al mondo di scongiurare un nuovo immenso macello come questo che sta svenando l'umanità inorridita.
a Non guerra, dunque, di difesa soltanto, e non soltanto di redenzione italiana nella piena unità della patria, ma conquista preziosa — e degna quindi d'essere pagata col sangue — d'una sicurezza di vita a cui si volgono tutte le forze ideali della civiltà contemporanea.
« Guerra di popoli, per la pace dei popoli, guerra di difesa nazionale ed umana. »
All'estero questa previsione della guerra imminente era altrettanto sicura.
La stampa tedesca aveva ormai sollevato davanti all'opinione pubblica l'artificioso velario, dietro al quale così a lungo s'era studiata di celare la verità. La stampa austriaca cercava di palliare ancora con qualche estrema fittizia speranza la certezza del temuto evento; ma era facile leggere tra le righe che in realtà ogni illusione era morta.
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