Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio
L'ITALIA IN PIEDIe un vigile in grande uniforme regge il gonfalone di Roma, sta il Sindaco Prospero Colonna, circondato dagli assessori.
Quando il sindaco s'avanza a parlare, sale dalla piazza un uragano di applausi; ma immediatamente si ristabilisce il silenzio e il principe Colonna esclama :
« Cittadini! Non è più tempo di parole vane; è questo il momento dei fatti e dei propositi virili.
« In quest'ora solenne il popolo d'Italia ha segnato il suo destino.
« Rivolgiamo lo sguardo fidente al nostro giovane sovrano e rammentiamo che quando il re ci addita una via, uno solo è il nostro dovere : quello di percorrerla con incrollabile fede, con sicura energia.
« Nella grave vigilia sia unanime e concorde il sentimento italiano per la fortuna e per la grandezza d'Ita-lia.
« In alto i cuori, e quanti voi siete o giovani, correte a prendere il posto che il dovere e l'onore vi impongono.
« Niuno resti inoperoso nell'ora suprema; ogni energia sia un soldato.
« Dal Campidoglio, fulgente delle nostre memorie, vada il saluto augurale all'esercito e all'armata, sangue del nostro sangue, orgoglio della nazione.
« E nell'ora del cimento l'infiammi il ricordo del grido che oggi qui prorompe dai vostri petti : Viva il Re! T'ioa l'Italial ».
Un applauso lungo, scrosciante, unanime, prorompe nella piazza, mentre si agitano cappelli,, fazzoletti e drappi tricolori.
Dopo il Sindaco prende la parola 1' on. Podrecca, che pronuncia un ardentissimo discorso.
« Nel raccoglimento austero di questa ora — egli dice — che deve cementare 1 unione nazionale, invano turbata dalla incoscienza neutralista e dall'insidia parlamentare, lasciatemi ricordare che un grande nobile gesto, che si riallaccia alla magnanima tradizione garibaldina, è stato compiuto dall'italianissimo ministro degli esteri.
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