Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio

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      LA GRANDE GUERRA D'ITALIAsciamo nè illudere, nè sorprendere, lo vi dico che l'infesta banda non disarma.
      « Ma non v'è più bisogno di parole incitatrici, giacché anche le pietre gridano, giacché il popolo di Roma, per le lapidazioni necessarie, era pronto a strappare le selci dei suoi selciati ove scalpitano i cavalli che, invece di esser già all'avanguardia su le vie romane dell'Istria, sono umiliati nell'onta di difendere i covi delle bestie malefiche, le case dei traditori, il cui tanto male accumulato adipe trasuda la paura, la paura bestiale.
      « Come dovevano essere afflitti i nostri giovani soldati! E di qual disciplina, di quale abnegazione davano essi prova, proteggendo contro la giusta ira popolare coloro che li denigrano, che li calunniano, che tentano di avvilirli davanti ai fratelli e davanti ai nemici.
      « Gridiamo : « Viva l'Esercito! ». È il bel grido dell'ora.
      <( Fra le tante vigliaccherie commesse dalla canaglia giolittesca, questa è la più laida : la denigrazione implacabile delle nostre armi, della difesa nazionale. Fino a ieri, costoro hanno potuto impunemente seminare la sfiducia, il sospetto, il disprezzo contro i nostri soldati, contro i belli, i buoni, i forti, i generosi, gli impetuosi nostri soldati, contro il fiore del Popolo, contro i sicuri eroi di domani.
      « Con ohe cuore inastavano essi le baionette a respingere il popolo che non voleva se non vendicarli! Per fraterna pietà della loro tristezza, per carità della loro umiliazione immeritata, non li costringiamo a troppo dure prove. Rinunziamo oggi ad ogni violenza. Attendiamo. Facciamo ancora una vigilia.
      « L'altro ieri, mentre uscivo dall'aver visitato il presidente del Consiglio tuttavia in carica, rimasto in carica, per la fortuna nostra, per la salute pubblica, a scorno dei lurchi e dei Bonturi, quante speranze, qual limpido ardore io lessi negli occhi dei giovani soldati a guardia!
      « Un ufficiale imberbe, gentile e ardito come doveva essere Goffredo Mameli, si avanzò e in silenzio mi offerse
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Storia della Grande Guerra d'Italia
Volume 14. L'Italia in piedi (La guerra è dichiarata)
di Isidoro Reggio
Istituto Editoriale Italiano
pagine 124

   

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