Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio
L'ITALIA IN PIEDIgiacché, scatenando pel mondo la più terribile guerra, in contrasto coi nostri interessi e coi nostri sentimenti, si distruggeva l'equilibrio, che l'alleanza doveva servire ad assicurare; e, virtualmente, ma irresistibilmente, risorgeva il problema della integrazione nazionale d'Italia. (Vivissimi, prolungati, entusiastici applausi).
« Pur nondimeno, per lunghi mesi, il Governo si è pazientemente adoperato nel cercare un componimento, il quale restituisse all'accordo la ragion d'essere che a-veva perduta : quelle trattative però dovevano aver limiti non solo di tempo, ma di dignità (vivissime approvazioni), al di là dei quali si sarebbero compromessi, insieme, gli interessi e il decoro del nostro paese. (Vivissimi, prolungati, entusiastici applausi).
u Per la tutela, dunque, di tali supreme ragioni, il Governo del Re si vide costretto a notificare al Governo Imperiale e Reale di Austria-Ungheria, il giorno 4 di questo mese, il ritiro di ogni sua proposta di accordo, la denunzia del trattato di alleanza e la dichiarazione della propria libertà d'azione (vivissimi, prolungati applausi). Né, d'altra parte, era più possibile lasciare l'Italia in un isolamento senza sicurtà e senza prestigio, proprio nel momento in cui la storia del móndo sta attraversando una fase decisiva. (Calorosissimi e prolungati applausi).
« In questo stato di cose, considerata la gravità della situazione internazionale, il Governo deve essere anche politicamente preparato ad affrontare ogni maggiore cimento, e col presente disegno di legge vi chiede i po? teri straordinari che gli occorrono. Tale provvedimento non solo è, in sé, del tutto giustificato da precedenti nostri e di altri Stati, quale che sia la forma di Governo onde son retti; ma rappresenta una migliore coordinazione, se non pure una attenuazione, di quelle facoltà che lo stesso nostro diritto vigente conferisce d'altronde al Governo, allorché preme quella suprema legge che è la salute dello Stato. (Vivissimi, generali applausi).
« Onorevoli colleghi! Senza iattanza di parole né orgoglio di spiriti, ma gravemente compresi della responsabilità che incombe in quest'ora, noi abbiamo coscien-
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I. Reggio - Storia delia grande guerra d'Italia - Voi. XIV 3
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