Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio
L'ITALIA IN PIEDIcola della vita che le era caduta di mano, l'intelletto della sua tradizione, il pensiero ds 1 suo avvenire, della sua missione in Europa, per tutti i diritti, per tutte le giustizie, contro tutte le iniquità, e salvandole, può salvare sè stessa, solo oggi della lunga fede e del sacrifizio domandano il premio.
« E invocano che il ghiaccio di tutti gli egoismi si fonda, che di tutte le passioni torbide si getti la scoria; che le esitazioni e le impazienze di ieri si accolgano nella medesima disciplina; che monarchici e repubblicani, socialisti che trassero il dissenso dalla dottrina ma forse lo sentiranno vacillare nel contatto e nel contrasto con la realtà; cattolici che dalla fede ebbero repugnanza al cimento ed oggi da essa avranno incitamento alla giusta battaglia, tutti votati allo stesso sforzo, verso la stessa meta, dicano che l'Italia non fu per le facili fortune dissuefatta dai sacrifici, che da essi aspetta integrazione territoriale e rigenerazione civile.
« Mazzini, il 20 settembre 1859, scriveva a Vittorio Emanuele II : « Dite agli italiani che siete disposto a lacerare il patto che ostacola l'unità, e i partiti saranno spenti fra noi e due sole cose avranno in Italia vita e memoria : il Popolo e Voi ».
« L'Italia, quando la parola suprema sia pronunciata, terrà sino all'ultimo la promessa di Giuseppe Mazzini.
« Ai forti e nobilissimi uomini che hanno retto sin qui le sorti dello Stato tra le immani difficoltà della crisi internazionale, con fermezza pari alla moderazione, così che il fedele resoconto della loro opera diplomatica può dare al Paese e alla Camera la intima coscienza della ineluttabilità del conflitto; agli uomini che, riconoscendo queste necessità, riprendono l'opera interrotta della unità e della indipendenza nazionale, diamo con tranquilla coscienza e illuminata fiducia i pieni poteri richiesti. Essi sapranno usarne per la maggiore felicità, dignità e grandezza d'Italia. »
L'on. Napoleone Colajanni dice : a Rinunzio a parlare, perchè non mi sento la forza fisica per poter rispondere a tutte le audaci affermazioni
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