Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio
L'ITALIA IN PIEDI
— permettete una parola al vostro vecchio Presidente, che oggi, mercè vostra, e nella solennità di questa storica adunanza, ha provato il momento, da tanti anni a-spettato, della più ineffabile, intima gioia.
« Affrettiamoci — ecco la parola — ad adempiere tutti coraggiosamente, senza limiti, il nostro dovere verso la Patria; nella più sicura fede che il popolo nostro con animo sereno, concordia, e sovratutto costanza di propositi, l'Esercito e l'Armata col loro valore, la facciano, come Vittorio Emanuele 11 auspicava, compiuta.
« Interprete dei vostri sentimenti, ripeto il grido di Viva l'Italia! Viva Colui, che con insuperabile saggezza e indomito patriottismo, pieno di spirito di sacrificio e di fervida devozione alle libere istituzioni, è così degno di reggerne le sorti : il Re. Viva il Re! »
La seduta termina alle 19 tra fragorosi e prolungati applausi, a cui partecipano anche le tribune, con grida entusiastiche e ripetute di Viva l'Italia! Viva il Re! Viva Trento e Trieste! È un altro momento di fervida commozione patriottica. Tutti sono in piedi, acclamando.
— « Viva l'esercito! » — si esclama da alcune voci; e un coro immenso risponde, elevandosi alla tribuna degli ufficiali che, con gli occhi rossi di lacrime, agitano i berretti in segno di ringraziamento e di saluto.
Poi, mentre gli applausi perdurano intensi, si diffondono — cantate da alcuni deputati e dalle tribune — le prime note dell'inno di Mameli. 11 canto patriottico solleva applausi frenetici, ai quali partecipano, primi fra tutti, l'on. Salandra e i ministri. Le strofe dell'inno fatidico risuonano nell'aula, lanciate, in un impeto di entusiasmo, da tutti i petti. Le signore agitano i fazzoletti. La commozione invade tutti : non è una dimostrazione, questa, è un delirio. Molti, impotenti a raffrenarsi ancora, piangono. E fra gli applausi, fra gli evviva all'Italia, al canto dell'inno di Mameli, l'aula lentamente si sfolla. La storica seduta non poteva avere una fine più eloquente e più degna.
« Chi non c'era materialmente — commentava il CItalia — c'era con l'anima, e c'era tutta l'Italia oggi a Montecitorio. C'era nella sua rappresentan-
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