Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio
L'ITALIA IN PIEDIpiazza del Gesù, partono continui applausi e il canto insistente e fervoroso degli inni della patria.
Da tutte le finestre gremite si sventolano fazzoletti e si grida evviva.
Dopo avere varcato assai lentamente la piazza d'A-racoeli, il corteo svolta per la via Giulio Romano a finalmente sbocca in piazza Venezia, su l'ampia platea che si allarga sotto il monumento a Vittorio Emanuele, e può quivi espandersi, invadendola tutta sotto l'onda dorata di un purissimo tramonto, e riempiendo l'aria dei più scroscianti plausi ed evviva.
L'immenso corteo sale lentamente per via Nazionale.
I dimostranti, guidati sempre dal sindaco Colonna, dalla Giunta e dai consiglieri comunali, giungono in via del Quirinale.
— Viva il re!... Viva l'esercito!... Viva la guerra!...
Le grida salgono al cielo, sempre più imperiose, sempre più vibranti di gioia e d'entusiasmo.
L'immenso corteo irrompe infine in piazza del Quirinale.
La marmorea piazza offre uno stupendo, indimenticabile colpo d'occhio.
Le persiane della loggia centrale si aprono, e due valletti appaiono col drappo di velluto cremisi da di stendere sulla balaustrata.
Poco dopo, salutati da una trionfale, meravigliosa ovazione, si affacciano i sovrani col principe ereditario e le principessine Jolanda e Mafalda.
II re indossa l'uniforme grigio-verde. Pallido, profondamente commosso, egli risponde, a capo scoperto, con gesti di mano, alla entusiastica dimostrazione.
Non meno commossa è la regina, la quale agita il fazzoletto e si inchina più volte al popolo di Roma che le dimostra il suo affetto con lunghe ovazioni.
Acclamatissimi sono pure i principini, i quali, al fianco dei sovrani, rendono alla folla il saluto augurale.
Mentre l'ovazione continua, viene issata nella loggia reale la bandiera tricolore.
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