Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio
L'ITALIA IN PIEDIL'apparizione del tricoiore dal balcone centrale provoca anche più fervide acclamazioni.
Un nome corre sulle labbra di tutti : quello del generale Cadorna, del Capo dello Stato Maggiore.
— Evviva Cadorna! — si grida. — Evviva colui che ci condurrà a Trento ed a Trieste!...
La fiumana sale a via Veneto, dove si ferma sotto il palazzo Margherita ad acclamare alla Regina Madre. Tutte le finestre del palazzo sono aperte. Si grida : « Viva Margherita di Savoia! ». E anche la Regina Madre si mostra alla folla e saluta, sventolando il fazzoletto più volte e sorridendo, salutata da entusiastiche ovazioni.
« Mai primavera più lieta -- scriveva il Giornale d'Italia — sfolgorò dal cielo d'Italia! Mai forse tanta limpida luce rifulse — luce di fede, di amore e di entusiasmi — sulle terre e sul mare che sono nostri! Viviamo, in questi giorni di ansie e di trepidazioni patriottiche che rappresentano la vigilia più intensa per la nostra affermazione più alta, viviamo in una pura atmosfera di entusiasmi che respiriamo tutti, che penetra e si diffonde in tutti.
« Per le vie, ove le bandiere spiegate al vento pare ripetano il grido di mille voci invocanti lontano, dall'altra sponda nostra; sulle piazze ampie, ove si ripercuote l'eco rumorosa degli « evviva »; entro le case, nelle aule severe sacre agli studi, nei ritrovi tutti, ondate di purissima fede si elevano e salgono e si propagano ovunque... »
Parve infatti rinnovato il miracolo che, nei giorni più belli dell'epopea nazionale, si compì, auspicando al nostro riscatto. E si rinnovò con ardore più vivo, con propositi più alti, con coscienza più larga.
In quei giorni, come in quelli del '59, i giovani d'Italia animarono dei loro più baldi entusiasmi quella rigogliosa primavera di speranza.
Primi fra tutti gli studenti. I folti battaglioni che, animati di giovanile ardore e d'inestinguibil fede, dalle Università di Pisa, di Pavia, di Bologna, erano mossi
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I. Reggio - Storia della grande guerra d'Italia - Voi. XIV 5
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