Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio
LA GRANDE GUERRA D'ITALIAfrequentati si improvvisarono fervide dimostrazioni patriottiche. Al Teatro Manzoni vi fu una manifestazione indimenticabile. Si rappresentava Romanticismo, di Gerolamo Rovetta. Il teatro era affollatissimo in ogni ordine di posti. La serata fu tutta uno scoppio di entusiasmo. Si incominciò alla metà del primo atto, quando viene pronunciata la formula del giuramento mazziniano. Fu un applauso caldo, interminabile, nel quale si mescolavano le grida di: Guerra! Guerra! Viva l'Italia!, e per tutta la durata dello spettacolo si ripetettero applausi e grida. Negli intermezzi le dimostrazioni si ripetevano con canto di inni patriottici.
In fine Ermete Novelli fu forzato a comparire al proscenio e dovette dire un monologo, pieno di amore per l'esercito, tra grida entusiastiche.
Genova, che aveva avuto i suoi caldi giorni di passione interventista, dimostrando di aver conservata una sua indistruttibile anima eroica, diede un nuovo esempio di coscienza alta ed austera. Nelle vie, affollatissime fino a tarda ora, la folla unanime plaudiva ai provvedimenti militari. E se non avvennero manifestazioni clamorose, se il popolo in una nuova vampata di entusiasmo non gridò forte il suo consentimento e la sua speranza, ciò fu dovuto esclusivamente al temperamento di quella razza, aliena da eccessive manifestazioni e-steriori, assuefatta ad ogni periglio, pronta, pel bene comune, ad ogni sacrificio.
A Torino la notizia della mobilitazione suscitò ardente entusiasmo. L'animazione nelle vie centrali era grandissima; nei caffè si improvvisarono dimostrazioni, e un immenso" corteo fece il giro delle vie principali recando bandiere italiane e francesi e intonando inni patriottici.
Nei vari ritrovi pubblici "furono suonati la Marcia Reale, la Marsigliese, l'Inno di Garibaldi e l'Inno di Mameli, accolti da interminabili applausi.
Firenze fu invasa da un fremito di entusiasmo, e gran folla si raccolse in piazza Vittorio Emanuele, ove parlarono diversi oratori.
La dimostrazione si recò ai Consolati del Belgio e_ 84 —
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