Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio
L'ITALIA IN PIEDIuna anche lunga guerra furono assicurate; le condizioni dell'economia pubblica e del lavoro avviate; cosicché la guerra nostra diffìcilmente potrà renderle peggiori in confronto di quanto la guerra altrui e le ansie della incertezza non le avessero fatte negli ultimi mesi.
« E con moto rapidamente accelerato, dopo gli ultimi eventi, si è formata la preparazione degli animi; si è giunti ad essa magari faticosamente e attraverso il travaglio di molte coscienze che astrattamente consideravano i benefici della pace, per il maturarsi di un doppio convincimento : che la nostra guerra all'Austria — ed a quanti si facciano solidali con essa — era legittima; che essa era necessaria.
« Basta pensare alle profonde ripugnanze ed agli sdegni suscitati in Italia dalla prospettiva affacciatasi negli ultimi giorni che noi dovessimo mancar fede ad una parola, comunque data anche senza il suggello di formule sacramentali, per intendere se il popolo italiano sia di sensibilità men che squisita di fronte al rispetto dei patti intemazionali. La storia diplomatica pubblicata dal « Libro Verde », e anche queila che esso sottace, fondano, nel fatto, graniticamente il nostro buon diritto di muover guerra all'antica alleata.
« l precedenti. Per lunghi anni l'Austria apparecchiò contro di noi il grosso dei suoi armamenti, delle sue foitificazioni di terra, delle sue ferrovie strategiche, e il generale Conrad non mancò, quasi il loro significato non fosse dhiaro, di annunciarli come mezzi di guerra contro l'Italia Lo Stato Maggiore austriaco giunse a preparare il manuale dell'invasione del nostro paese, che alcuni anni or sono io portai nel testo originale, non mai smentito, alla Camera, per sostenere la necessità delle spese per l'esercito. E il tentativo dell'invasione fu meditato due volte. Negli archivi della Consulta deve stare la prova che quando l'arciduca Francesco Ferdinando si proponeva, dopo l'annessione della Bosnia, di assumere il supremo comando dell'esercito contro la Serbia, dal Consiglio aulico gli fu osservato : « No, voi, futuro imperatore, contro gli slavi; voi sarete il capitano della guerra contro l'Italia. »
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