Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio
L'ITALIA IN PIEDImorale fosse salda e che la consistenza economica della nazione reggesse alla grande prova.
Di questi doveri s'occupò il Messaggero in un notevole articolo.
« L'invito del governo — scriveva il giornale romano — alla più grande prova cui possa essere chiamato un popolo per la difesa della sua libertà e del suo avvenire, è stato accolto dovunque con mirabile tranquillità. Nessuna incomposta dimostrazione. Una calma serena e fiduciosa. In tutti è il senso della suprema necessità che in quest'ora decisiva incombe sulla patria : necessità di raccoglimento, di serietà e di energia a qualunque costo.
« Salutiamo i nostri fratelli che partono animosamente verso la frontiera e assicuriamoli che la più schietta solidarietà cittadina assisterà le loro famiglie durante la difficile prova. Governo, comuni e privati devono fare tutto quanto è possibile per confortare materialmente e moralmente le madri, le spose, i figli dei combattenti. Questo è il primo dovere di quelli che non sono chiamati sotto le bandiere : attestare coi fatti la loro intima comunione di spirito con quelli che sono al campo, di fronte al nemico; partecipare delle loro ansie e sollecitudini; mettere in pratica il principio della solidarietà nazionale.
« Ma altri doveri s'impongono. La guerra non sarà vinta soltanto da quelli che sono chiamati a combattere. Occorre che tutti, anche quelli che non sono al fronte, sentano di essere impegnati nella buona battaglia. Tutti i funzionari delle amministrazioni e dei pubblici servizi devono contribuire con raddoppiata energia all'ordinato e regolare funzionamento della vita civile. Guai al paese se in qualche parte della sua complessa organizzazione desse segno visibile di rilassamento e di stanchezza! 1 proprietari dal canto loro, e gli agricoltori, industriali, commercianti, professionisti, debbono del loro meglio lottare contro qualsiasi difficoltà, per evitare che il ritmo della vita economica si rallenti! Tutti al proprio posto, come se la guerra non fosse! 11 primo accenno di indebolimento nella varia e vasta compagine del lavoro, avrebbe il valore di una sconfitta!
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I. recgio - Storia della grande guerra d'Italia - Voi. XIV 6
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