Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio
LA GRANDE GUERRA D'ITALIA
« Fu buon avviso annunciare che nessuna moratoria sarà decretata. Le casse di risparmio, le banche di credito ordinario e le cooperative saranno tenute a rimborsare, senza limitazioni e senza tergiversazioni, a quei depositanti che si presenteranno ai loro sportelli. Ed è bene. Ma ogni buon cittadino in compenso deve evitare di chiedere alle banche più di quanto è indispensabile all'esistenza famigliare e alle necessità delle industrie e dei commerci. Questo insegnamento mirabile ci è stato dato dalle nazioni più forti e più disciplinate, con le quali o contro le quali dovremo combattere. Germania ed Inghilterra hanno posto nella conservazione della fiducia finanziaria e dell'attività economica, il primo fondamento alla speranza della vittoria.
« Dieci mesi di neutralità devono averci persuaso del resto che non vi è alcun pericolo che gli istituti finanziari non possano soddisfare ai loro impegni; ma ogni richiesta di prelevazioni eccessive e ingiustificate, assottigliando le loro risorse, li spingerebbe a rifiutare il loro appoggio alle industrie e ai commerci, ciò che sopra tutto si deve evitare. È indispensabile che tutti sentano l'imperativo categorico di questa grande necessità di guerra : che le attività sane del paese siano aiutate, nelle grandi come nelle piccole forme, nelle poderose a-ziende come nei modesti esercizi, perchè da un simile doveroso esempio di solidarietà rifulgerà, anche nel campo economico, quella preparazione morale che sola potrà dare alla nostra gente la sicurezza della vittoria. »
Il popolo italiano fu pari a tutti questi compiti. Con le armi, con la salda preparazione degli animi, con le provvidenze economiche, esso mostrò di saper affrontare la più grande prova della sua storia.
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