Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio
LA GRANDE GUERRA D'ITALIAzona di territorio da cedere nel Trentino limitandola a Mezzolombardo, ma escludendone territori italiani come un lato intero della vallata del Noce, Val di Fassa e Val di Ampezzo e lasciandoci una linea non rispondente nemmeno a scopi strategici.
« Restava poi sempre fermo il Governo austriaco nel negare qualsiasi effettuazione di cessione prima del termine della guerra.
« I ripetuti dinieghi dell'Austria-Ungheria risultarono esplicitamente confermati in un colloquio che il barone Burian tenne col regio ambasciatore a Vienna il 29 aprile u. s., nel quale risultò che il Governo austroungarico, pur ammettendo la possibilità di riconoscimento di qualche nostro prevalente interesse a Vallona e l'anzidetta cessione territoriale nel Trentino, persisteva a pronunciarsi in modo negativo circa tutte le altre nostre richieste, e precisamente circa quelle che riguardavano la linea dell'Isonzo, Trieste e le isole.
« Dall'atteggiamento seguito dall'Austria-Ungheria dai primi di dicembre alla fine di aprile, risultava chiaro il suo sforzo di temporeggiare senza venire ad una pratica conclusione.
« In queste condizioni l'Italia si trovava di fronte al pericolo che ogni sua aspirazione, avente base nella tradizione, nella nazionalità e nel suo desiderio di sicurezza nell'Adriatico, si perdesse per sempre, mentre altre contingenze del conflitto europeo minacciavano i suoi maggiori interessi in altri mari. Da ciò derivava all'Italia la necessità e il dovere di riprendere la sua libertà di azione cui aveva diritto e di ricercare la tutela dei suoi interessi all'infuori dei negoziati condotti inutilmente per cinque mesi ed all'infuori di quel patto di alleanza che per opera dell'Austria-Ungheria era virtualmente cessato sino dal luglio 1914.
« Non sarà fuori di luogo osservare che, cessata l'alleanza, è cessata la ragione dell'acquiescenza determinata per tanti anni nel popolo italiano dal desiderio sincero della pace, mentre rivivono ora le ragioni della doglianza per tanto tempo volontariamente repressa
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